Notte di San Silvestro in mare per due Ong con 49 migranti

Malta snobba l'appello ma salva altri 69 clandestini

Twitter Sea Watch
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Valentina Raffa

Si prospetta un Capodanno in mare per 49 immigrati, tra cui donne e bambini, e gli operatori a bordo delle navi delle organizzazioni umanitarie tedesche Sea Watch e Sea Eye. Mancano, infatti, poche ore ai festeggiamenti per salutare il nuovo anno e non si sa ancora dove dovranno attraccare. «Serve assolutamente una soluzione quest'anno» dice il portavoce della Sea Watch, Ruben Neygebauer, ma l'anno sta finendo e non si vedono prospettive risolutive all'orizzonte. La Sea Watch 3 è nel Mediterraneo da dieci giorni con 32 immigrati, tra cui ci sono quattro donne, tre minori non accompagnati, due bambini piccoli e un neonato, provenienti per lo più dalla Costa d'Avorio, dalla Nigeria e dalla Libia. I 17 immigrati presenti sulla Sea Eye sono stati soccorsi sabato mattina, raggiunti in mare dalla nave «Professor Albrecht Penck» appartenente alla Ong tedesca, mentre tentavano la traversata a bordo di un barchino in legno che però pare stesse andando alla deriva, secondo quanto riferito dagli operatori umanitari. A raccontare dell'operazione è la stessa Ong, che tramite un comunicato fa sapere che, quando è stata avvistata la piccola imbarcazione, sono state allertate le autorità marittime di Roma e di Berlino ed entrambe hanno rimesso il recupero alle autorità libiche. Ecco perché gli operatori dell'organizzazione umanitaria hanno deciso di intervenire prendendo i passeggeri a bordo, per non farli finire in mano alle autorità libiche. Provengono dal Mali, dalla Nigeria, dal Camerun, dal Sudan, dalla Sierra Leone, dalla Costa d'Avorio e dalla Guinea, il più giovane ha 17 anni, e sostengono di avere subito torture e violenze. Finora nessun Paese europeo ha risposto all'appello per concedere l'approdo. Il portavoce di Sea Eye, Gorden Isler, ha auspicato l'aiuto del ministero degli Esteri tedesco per trovare un porto sicuro in cui fare sbarcare gli immigrati. La Sea Watch ha anche affidato un messaggio a Twitter in cui dice che è tempo «che il governo tedesco si assuma le sue responsabilità». La situazione a bordo è stabile, ma le previsioni del tempo prevedono un peggioramento e la conseguente necessità per le due navi di attraccare. Ieri pomeriggio la Sea Whatch 3, che batte bandiera olandese, si trovava poco a sud di Malta, ma l'Isola dei Cavalieri non è nota per la sua accoglienza facile, anche se ieri sera un pattugliatore ha soccorso 69 migranti che si trovavano su un barcone di legno alla deriva a 117 miglia dalle coste dell'arcipelago, e li ha portati a La Valletta.

Si profila, dunque, la possibilità che operatori e immigrati brindino insieme sulle navi magari augurandosi che il 2019 veda quei Paesi dell'Ue che solitamente sono bravissimi a parlare di accoglienza e a puntare il dito contro l'Italia che ha dato e anche moltissimo, e che però trovano parecchie difficoltà a metterla in pratica, a rendersi invece più disponibili alla concessione degli approdi nei loro porti, almeno per un po' di coerenza. Il 28 dicembre ad aprire uno dei suoi porti, quello di Algesiras, è stata la Spagna, che ha accolto la nave Open Arms con a bordo 311 immigrati raccolti in mare il 21 dicembre dall'unità della Ong spagnola Proactiva al largo delle coste libiche. Tra gli immigrati, provenienti per lo più dalla Costa d'Avorio, dal Mali, dalla Somalia, dal Sudan e dalla Siria, ci sono 139 minorenni.

Nella Baia di Algesiras nell'agosto scorso è stato allestito un Centro di soccorso temporaneo per stranieri, per dare loro una prima assistenza e poi dirottarli su altre strutture. La Ong, prima di viaggiare per oltre 2mila chilometri per raggiungere la Spagna, aveva tentato l'approdo in Italia, a Malta, in Tunisia e in Francia.

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