Una cosa sola non si deve chiedere ai dirigenti di Fratelli d'Italia: «Con il vostro successo le cose cambieranno all'interno della coalizione?» Sorriderebbero imbarazzati ma aggiungerebbero un convinto «no». E motiverebbero la risposta con passione. Fratelli d'Italia è l'unico partito che dall'atto della sua fondazione è sempre cresciuto in ogni consultazione popolare. Ma è segno che le tutte le scelte, anche quelle di coalizione, sono giuste. L'ultimo risultato, quello registrato domenica sera in Umbria, non è il mandato per «fare qualcosa». Al contrario è il sigillo a un lavoro lungo e infaticabile, come spiegano i dirigenti orgogliosi di avere una base sul territorio capace e competente. Non c'è, infatti, soltanto la sfida a un governo che non piace (almeno alla Meloni e ai suoi). La politica è ancora battaglia militante giocata sulla concretezza dei problemi da affrontare. E lo stesso Marco Squarta (capolista in Umbria) spiega che il successo ottenuto arriva da lontano: da un lungo malgoverno. «Il sistema ferroviario nella mia regione è fermo agli anni Settanta - dice - e negli ultimi dieci anni sono sparite più di tremila aziende». Squarta è stato portavoce dell'opposizione a Palazzo Cesaroni e sa di cosa parla. A Roma il partito intanto continua a dedicarsi a battaglie politiche di principio come la raccolta firme per inserire una legge che privilegi la normativa italiana su quella europea («qualcosa di simile - dicono - al modello tedesco»), per mettere in Costituzione un tetto fiscale (questa battaglia condivisa con Forza Italia), l'abolizione dei senatori a vita e soprattutto il presidenzialismo («l'unico modo per evitare inciuci e accordi di Palazzo», suggeriscono). Una battaglia che la destra porta avanti sin dai tempi di Almirante. E su quest'ultimo punto sono anche ottimisti. «La nostra coerenza finora ci ha ripagato dei sacrifici fatti» spiegano.
E la Meloni stessa ribadisce che non c'è nessun cambio di posizione all'interno della coalizione. Dice che il ruolo di Forza Italia (come polo moderato dell'alleanza) resta fondamentale, però avverte: sulle prossime scadenze elettorali Fratelli d'Italia vuole essere ascoltata.
«Siamo pronti per le prossime elezioni regionali - spiega la leader di Fratelli d'Italia -, si deve partire subito. Siamo pronti quando si vuole a iniziare la campagna elettorale in Emilia Romagna. E possiamo dire la nostra anche in Toscana». D'altronde, almeno adesso, il suo ottimismo sembra decisamente giustificato.
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