Orban si scusa: "Citavo Lenin"

Orban si scusa: "Citavo Lenin"

«Scusate, stavo solo citando Lenin». Per evitare di ritrovarsi espulso dal Ppe, Orban scrive ai vertici dei 13 partiti nazionali, membri del Partito popolare europeo, che volevano buttare fuori lui e il suo partito, Fidesz, chiedendo di perdonarlo in particolare per aver definito «utili idioti» proprio quanti volevano - nel Ppe - la sua testa, dopo gli accesi toni della campagna euroscettiva del governo ungherese, che aveva puntato in particolare il presidente della Commissione europea, il popolare Jean Claude Juncker.

«Vorrei presentarvi le mie scuse, se avete ritenuto questa dichiarazione personalmente offensiva», ha scritto Orban nella sua missiva, nella quale comunque il premier ribadisce di «non voler modificare» la posizione del partito Fidesz sui delicati dossier «in materia di immigrazione, di protezione della cultura cristiana e sul futuro dell'Europa». Ma le divergenze su determinati dossier, secondo Orban, non sono «ragionevolmente» risolvibili «espellendo un partito dalla nostra famiglia politica».

Quanto a quella frase, per il premier ungherese è solo «una citazione di Lenin, con la quale intendevo criticare una determinata politica, e non determinati politici». Ma qualcuno, come i finlandesi di Kokoomus, ha già spiegato di non accontentarsi delle scuse.

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