La smorfia di disapprovazione di Matteo Renzi è mista a sbigottimento. Eppure sì, per annunciare l'arrivo del premier iracheno Haider al-Habadi a Palazzo Chigi, il carabiniere del picchetto d'onore confonde Baghdad con la sua acerrima nemica Teheran. «Onore al presidente dell'Iran», scandisce in tono marziale.Il comandante del plotone, introducendo i due capi di governo sul tappeto rosso nel cortile della presidenza del Consiglio, apre dunque la visita di Stato con una clamorosa gaffe.Incidente diplomatico? Al-Habadi non fa una piega, nel suo completo gessato blu, forse non coglie la frase, forse fa finta di niente. Ma Renzi si accorge eccome dell'errore e la sua espressione lo dimostra.È solo l'ultima di una serie di imbarazzanti situazioni in cui si è impigliato il cerimoniale di Palazzo Chigi recentemente. Se stavolta si tratta chiaramente del lapsus del militare in questione, ben più grave è stata la storia della copertura delle statue dei musei Capitolini, per la visita del vero presidente dell'Iran Hassan Rohani, a fine gennaio. Alla figuraccia della Venere capitolina e degli altri marmi impacchettati per non offendere la sensibilità del capo di Stato sciita è seguita una vergognosa gara al rimpallo di responsabilità tra Campidoglio, Sovrintendenza ai Beni culturali e Palazzo Chigi. Alla fine il giallo è rimasto tale. Renzi non ne sapeva niente, il ministro alla Cultura Dario Franceschini neppure e Ilva Sapora, capo dell'ufficio del Cerimoniale di Stato, non ha dato spiegazioni sullo scandalo che ci ha fatto deridere da mezzo mondo.Di gaffe, nei mesi scorsi ne sono state collezionate parecchie alla presidenza del Consiglio. Pare che il premier sia andato più volte su tutte le furie e l'episodio di ieri non ha certo migliorato il suo umore.A settembre scorso, al pranzo d'onore col primo ministro del Kuwait,lo sceicco Jaber Mubarak Al-Hamad Al-Sabah, per festeggiare l'acquisto dei caccia Eurofighter fu escluso proprio il generale kuwaitiano che aveva firmato il contratto da oltre 8 miliardi di euro. Per lui, il cerimoniale di Palazzo Chigi aveva previsto un posto nella sala secondaria, con gli invitati di rango minore e non sono servite a nulla le rimostranze dei generali italiani e dei rappresentanti di Finmeccanica, terrorizzati da uno sgarbo che rischiava di far saltare l'affare.Altro infortunio a dicembre, alla cena alla Casina Valadier con il sovrano di Giordania e la bellissima moglie Rania: sia i piatti che il vino decisamente non sarebbero stati all'altezza degli ospiti reali. La vicenda forse più imbarazzante, però, è stata quella dei preziosi orologi Rolex donati dai reali sauditi ai membri della delegazione italiana in visita l'8 novembre scorso. Sembra che a Riad ci sia stata addirittura una rissa per accaparrarseli, con accesi diverbi tra funzionari e imprenditori. Al rientro in Italia, Palazzo Chigi ha fatto sapere che i doni di rappresentanza non erano stati accettati e si trovavano nella sua «disponibilità».
Il problema è che una direttiva del governo Monti del 2012 proibisce ai dipendenti di ministero dell'Economia e presidenza del Consiglio di accettare regali del valore superiore a 150 euro. I Rolex certo valgono molto di più e pare che in questi casi i doni vengano messi all'asta. Ma nulla di preciso si è saputo e, gaffe dopo gaffe, Palazzo Chigi affoga nell'imbarazzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.