Il Papa si nomina commissario alla migrazione

L'ultima rivoluzione di Bergoglio: gestirà in prima persona e autonomia il dicastero vaticano

Fabio Marhcese Ragona

Papa Francesco in persona diventa commissario straordinario per il fenomeno migratorio. Con il vento di riforma che sta soffiando sul Vaticano, l'ennesimo colpo di scena firmato Bergoglio è stato servito ieri mattina, quando a sorpresa è arrivata la notizia che il Papa ha istituito un nuovo Dicastero vaticano «per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale» che, sotto la guida del cardinale ghanese Peter Turkson, si occuperà di giustizia, pace, salute, carità e appunto migranti. La struttura che dal prossimo 1° gennaio ingloberà quattro dicasteri già esistenti (contribuendo quindi ad una notevole spending review per le casse della Santa Sede e ad una riduzione di vescovi e cardinali impegnati in Curia come chiesto più volte dal Papa) prevede alcune sezioni, una delle quali dedicata alle migrazioni (in sostituzione del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti che sarà guidato fino a fine anno dal Cardinale Antonio Maria Vegliò).

Leggendo lo statuto del nuovo Dicastero si legge che la sezione che si occuperà di profughi e migranti, «È posta ad tempus sotto la guida del Sommo Pontefice che la esercita nei modi che ritiene opportuni». In pratica il Papa ha assunto l'interim per i migranti e i profughi per gestire in prima persona tutti i delicati dossier sul tema in questione, considerata l'emergenza in corso e l'attenzione di Francesco per chi arriva da altre terre in cerca di un futuro.

Una scelta rivoluzionaria per i tempi recenti, una decisione presa direttamente dal Pontefice e che risulta oggi una grande novità considerato che non avveniva dai tempi della riforma della Curia Romana del 1967 voluta da Papa Paolo VI, quando il Papa manteneva anche la guida prefettizia del Sant'Uffizio (successivamente diventato Congregazione per la Dottrina della Fede) e della cosiddetta «fabbrica dei Vescovi».

All'epoca, il «Papa-Prefetto» era affiancato da un cardinale «Pro-Prefetto» e anche in questo caso, Francesco non sarà da solo in questo delicato incarico: accanto a lui ci saranno due vice responsabili di sezione che agiranno in base alle sue dirette indicazioni, in attesa che il Pontefice, dopo aver avviato nel migliore dei modi la macchina organizzativa, designi un nuovo responsabile.

Per il momento però Bergoglio, con la scelta di gestire in prima persona questo dipartimento, ha voluto anche mandare un messaggio chiaro sui suoi futuri programmi di governo, ponendo ancora l'attenzione al dramma migratorio, uno dei punti cardine del suo pontificato sin dai primi giorni. Se aveva inaugurato i suoi viaggi in Italia nel 2013 con tappa a Lampedusa, uno dei suoi ultimi atti è stato, infatti, quello di accogliere a spese del Vaticano presso la Comunità di Sant'Egidio due gruppi di profughi provenienti dai centri di accoglienza dell'isola di Lesbo e con loro aveva pranzato al residence Santa Marta lo scorso 11 agosto.

Con il nuovo Dicastero oggi Francesco porrà ancora più attenzione a bisognosi, malati ed esclusi e, come recita lo statuto «si seguirà con la dovuta attenzione le questioni attinenti alle necessità di quanti sono costretti ad abbandonare la propria patria o ne sono privi».

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