Pensioni, i sindacati si buttano all'assalto del tesoretto del Pil

Stop all'aumento dell'età e uscita anticipata per le mamme. Cgil, Cisl e Uil sfidano Padoan

Pensioni, i sindacati si buttano all'assalto del tesoretto del Pil

Nemmeno il tempo di celebrare la revisione al rialzo delle stime per il Pil 2017 e 2018 da parte dell'Ocse che il governo ha dovuto confrontarsi con la «lista della spesa» presentata dai sindacati in materia pensionistica. Un elenco di richieste che, se venisse accolto integralmente, costerebbe a regime ben più dei quattro- cinque decimali di Pil (7-8 miliardi) sui quali il ministero dell'Economia potrà contare per la prossima legge di Bilancio.

La wishlist è stata presentata ieri sottoforma di documento unitario da parte di Cgil, Cisl e Uil. Il punto forte, ovviamente, è rappresentato dallo stop all'adeguamento dell'età pensionabile che dal 2019 dovrebbe salire a 67 anni. In pratica, un altolà all'esecutivo in vista dell'emanazione l'anno prossimo del decreto interministeriale attuativo delle prescrizioni della riforma Fornero. I dati Istat sull'aspettativa di vita sono attesi per metà ottobre, ma l'opposizione della Ragioneria generale dello stato sembra precludere qualsiasi intervento.

«Al governo chiediamo di fermarsi: è una questione di buon senso», ha commentato il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan proponendo un confronto a tappe che riguardi l'uscita anticipata per «i lavori più nocivi sulla base dei dati Inail, per i licenziati e per chi ha difficoltà familiari».

Al secondo posto, l'anticipo pensionistico per le madri nella misura di un anno a figlio fino a un massimo di tre anni. In alternativa Cgil, Cisl e Uil vorrebbero riportare i coefficienti di trasformazione (che traducono il montante contributivo nell'assegno pensionistico) per le mamme allo status quo ante la riforma. Sempre in tema di cure domestiche si propone un accesso semplificato all'Ape sociale nonché un bonus contributivo per chi assiste genitori anziani o parenti malati nonché per chi svolge la professione di badante. Nell'ultimo tavolo con i sindacati il governo aveva aperto (facendo immediatamente retromarcia) a uno sconto di sei mesi per ogni figlio per l'accesso all'Ape social. La trattativa, dunque, proseguirà in salita.

Anche perché gli ultimi due punti non sembrano poter essere oggetto di una discussione realistica. Il sindacato, infatti, vorrebbe criteri più larghi per l'indicizzazione delle pensioni (il cui adeguamento all'inflazione è stato sbloccato da una sentenza della Consulta, ma limitatamente all'importo, come previsto dal governo Renzi). Il menu sindacale si conclude con: garanzie pensionistiche per i giovani, agevolazioni per le pensioni integrativa e rapida corresponsione del Tfr per i dipendenti stali (cui viene erogato a rate e successivamente al pensionamento).

«In questa manovra la centralità va data all'occupazione giovanile: Il resto il governo lo valuterà», ha messo le mani avanti il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, ribadendo che i margini di manovra dovrebbero essere comunque limitati. Differente la posizione del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «Valuteremo il documento in tutti i punti, in buona parte sono le stesse cose di cui avevamo discusso già nei confronti precedenti», ha dichiarato aggiungendo che «quando avremo valutato anche la dimensione economica degli impatti di queste misure, dopo l'approvazione della Nota di aggiornamento del Def, avremo occasione di confrontarci».

Lo stesso documento presentato ieri, però, utilizza toni un po' meno concilianti.

Pur avendo riconosciuto al governo alcuni «passi aventi», si evidenziano le «significative distanze, anche su elementi particolarmente rilevanti. Al momento è difficile stimare chi prevarrà: dipenderà da quanto Gentiloni sia disposto a contenere gli appetiti elettorali.

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