Il piano Ronzulli per sconfiggere il cyberbullismo

Obbligo del parental control nei cellulari e corsi sui pericoli della rete: «Lo dedico a Carolina»

Il piano Ronzulli  per sconfiggere il cyberbullismo

Milano Ha dedicato il suo lavoro a Carolina Picchio, la ragazza che si è tolta la vita perché vittima di cyberbullismo. La Commissione bicamerale che ieri ha licenziato un corposo e ponderato testo di oltre 60 pagine ha infatti come obiettivo una cosa sola: che il sacrificio di Carolina non si debba ripetere. Il bullismo e la sua versione digitale restano una mina pericolosissima per l'integrità delle nuove generazioni. Il Parlamento non può non farsi carico di disinnescare questa minaccia. E in questo, assicura la presidente della commissione Licia Ronzulli, «tutti si sono prodigati al massimo e con il più completo spirito di squadra». Ora il testimone passa alle Commissioni giustizia di Camera e Senato, dove appunto si sta giudicando la validità del disegno di legge che intende contrastare il dilagare di questo fenomeno. «Il cyberbullismo - spiega Licia Ronzulli, la parlamentare di Forza Italia che ha presieduto i lavori della Bicamerale - miete moltissime vittime. È più aggressivo e pericoloso del bullismo tradizionale. E questo perché sul web scompare ogni forma di empatia nei confronti della vittima, cui si sottrae ogni possibilità di rifugio». «La vittima dei bulli - aggiunge la parlamentare azzurra - poteva sempre trovare rifugio nella famiglia. Le vittime del cyberbullismo non hanno scampo, invece».

Dopo sei mesi di lavoro la commissione è arrivata ad alcune conclusioni che ovviamente adesso dovrebbero essere recepite dai legislatori. Dopo aver sentito i responsabili dei social network, i produttori telefonici e i gestori di rete, la Commissione all'unanimità ha proposto l'introduzione dell'obbligo del parental control nei telefoni cellulari e la loro gratuità nei contratti telefonici. «È un progetto ambizioso - dice la senatrice di Forza Italia - ma resto ottimista. Intanto presenterò un emendamento alla legge di Bilancio per introdurre fondi che permettano alle scuole di fare corsi contro il pericolo di un uso sconsiderato della Rete. Attraverso le audizioni della Commissione, per esempio, si è capito che l'ignoranza degli effetti e delle responsabilità nell'uso criminale dei social è dilagante tra i giovanissimi. «Bisogna responsabilizzarli - dice la parlamentare -. Far capire loro che non possono rendersi complici semplicemente condividendo sui social materiale violento e offensivo». Anche perché, come hanno spiegato bene i gestori dei social, si può rimuovere il contenuto «illegale», non però quello condiviso da altri utenti. La scuola e la famiglia anche in questo caso hanno un ruolo essenziale.

Devono riuscire a far germinare il senso di responsabilità e il rispetto per la diversità. Però i deterrenti non devono mancare e il primo e più potente è stato suggerito dai membri della Bicamerale: istituire l'aggravante per i reati di bullismo commessi attraverso la Rete.

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