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Pinotti ci crede ancora: "Così fermeremo i barconi"

Il ministro della Difesa difende il piano Ue: "Useremo droni e navi". Poi ammette: "In Italia rischio terrorismo"

Pinotti ci crede ancora: "Così fermeremo i barconi"

"Non è vero che l’Isis sta vincendo". Ne è sicuro il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ammette il rischio terrorismo in Italia, ma difende a spada tratta il piano Ue contro gli scafisti, anche se riconosce che senza una risoluzione Onu e un dialogo con il governo libico difficilmente partirà una fase più operativa.

"Le fasi ulteriori prevedono azioni di contrasto, con la possibilità di fermare i barconi in mare o individuare i luoghi di raccolta dei migranti", spiega il ministro al Messaggero, "Impiegheremo droni, elicotteri, la portaerei Cavour, ma senza gli Harrier". Peccato che il piano Ue per ora resti sulla carta: "Occorre che vi sia un governo riconosciuto da tutti i libici. Le fazioni di Tobruk, Zintan e Misurata hanno firmato l’accordo con l’inviato dell’Onu, Bernardino Leon. Mi auguro che si aggiunga presto la firma del Parlamento di Tripoli. Tutte le parti hanno dichiarato che gli scafisti vanno contrastati".

Per quanto riguarda il terrorismo la Pinotti ammette che il rischio in Italia è alto: "L’attentato terroristico è per sua natura subdolo e difficile da prevedere. Possiamo immaginare gli obiettivi a rischio. L’attenzione è massima. Ma bisogna distinguere tra propaganda dell’Isis ed effettivi successi militari. Non bisogna dare fiato al loro trionfalismo, alla loro propaganda che si basa da un lato sulla crudeltà ed efferatezza, dall’altro sull’idea di un Califfato vincente anche se non vince. Lavoriamo alla stabilizzazione dei territori, al blocco dei flussi finanziari, alla comunicazione e a un racconto diverso.

L’Italia da subito ha dimostrato di esserci, inviando un nutrito e particolarmente qualificato gruppo di militari in Kuwait, ma anche a Baghdad e a Erbil, in Iraq, che addestrano soldati curdi e iracheni".

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