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Prescrizione, Davigo a Iv: "Siamo barbari? Allora lo è tutta l'Europa"

Il magistrato del Csm risponde agli attacchi di Italia Viva: "Se un paese che non ha la prescrizione è barbaro e incivile allora tutta l'Europa lo è"

Prescrizione, Davigo a Iv: "Siamo barbari? Allora lo è tutta l'Europa"

"Se un paese che non ha la prescrizione è barbaro e incivile allora tutta l'Europa, con l'eccezione della Grecia, è barbara e incivile". Piercamillo Davigo, magistrato di Cassazione e membro del Csm risponde così agli attacchi che arrivano da Italia Viva, sullo stop alla prescrizione. E ammonisce: "Bisogna pensare a quello che si dice perché questa cosa non riesco proprio a capirla".

In un'intervista a Circo massimo, su Radio Capital, il magistrato parla delle proteste: "La corsa all'allarme mi sembra spropositata perché ci sono 7 anni per far fronte e difetti e difficoltà". E, secondo Davigo,"una delle cause della durata dei processi è proprio la prescrizione perché incentiva comportamenti dilatori". Il problema, racconta, era emerso già 30 anni fa, quando era entrato in vigore il nuovo codice: "Si diceva che con il patteggiamento ci sarebbero stati pochi dibattimenti. E non è successo. Anche perché ci sono state tre tra amnistie e indulti nel frattempo. Ora si torna a parlare di amnistia mentre la prescrizione è diventata ciò che prima era l'amnistia. E' una cosa priva di senso. Un conto è non fare i processi dall'inizio, un conto è farli e buttarli via. E' una cosa dissennata".

Poi, Davigo risponde a chi propone una moratoria sullo stop alla prescrizione, in attesa che vengano messe in atto delle norme che accelerino i processi: "La moratoria c'è già- dice- ed è di 7 anni e mezzo. Poi c'è il mantra della destinazione delle risorse e soldi non ci sono e non ci saranno per anni, visto il nostro debito pubblico. Si parla dell'aumento del numero dei magistrati ma intanto è difficile reclutarli. Non riusciamo a coprire i posti messi a concorso, nonostante ci siano molti candidati, perché i laureati non hanno spesso il livello adeguato. E poi ripeto che c'è il debito pubblico spaventoso". Ma il problema dei processi troppo lunghi non è legato solamente ai soldi: secondo Davigo, infatti, molto dipende anche dalle procedure. "Nel rito ordinario- spiega il magistrato-per acquisire gli atti del Pubblico Ministero e farli vedere al giudice ci vuole, a parte gli atti irripetibili, il consenso delle parti e il consenso del difensore e dell'imputato non c'è mai".

Commentando le proteste degli avvocati, che hanno chiesto di non far parlare Davigo, per l'inaugurazione del nuovo anno giudiziario, il magistrato del Csm spiega: "Io ero lì in rappresentanza del Csm e non dicevo quello che pensavo io ma esprimevo le linee guida del Csm. Ho letto le dichiarazioni del Presidente della Repubblica e mi hanno contestato mentre lo facevo". Poi aggiunge che gli avvocati che lo hanno contestato "erano una quarantina e non sono certo rappresentativi dell'avvocatura di Milano dove sono in tutto 19 mila". E aggiunge: "Non li ho mai definiti una corporazioni, ho solo detto che gli avvocati c'entrano eccome con la durata dei processi. Poi loro sono liberissimi di raccontarla come gli pare ma dà fastidio che li smentisca".

E a quanti hanno paragonato Davigo a Roberspierre, il magistrato chiede: "Dove li vede tutti questi giustiziati? Anzi ho scritto un libro dal titolo 'violare la legge conviene', abbiamo una popolazione carceraria in media con l'Ue e in maggioranza i detenuti sono stranieri".

Infine, il magistrato torna su un vecchio video in cui sosteneva che fosse meglio e più rapido ammazzare la moglie, piuttosto che divorziare: "Le femministe non sanno di cosa parlano se dicono che è istigazione al femminicidio- spiega- Il mio ragionamento vale anche per la moglie che uccide il marito.

Il problema è che c'è incertezza della pena, il sistema penale è stato scardinato".

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