E d'improvviso arbitro divenne sinonimo di garanzia. Così, cogliendo al volo l'assist del discorso d'insediamento del presidente Sergio Mattarella, ecco il mondo degli arbitri di calcio italiano, lanciarsi in un palese tentativo di riqualificare il credito della categoria. Al tam tam ha contribuito dapprima il presidente dell'Aia Nicchi («onorato per le sue parole»), poi il più famoso Collina, raggiunto al telefono in Grecia. «Mattarella farà l'arbitro? La scelta più bella. La mia vuole essere una battuta e niente più, per rispetto all'argomento e alla persona trattati». Così Pierluigi Collina, un tempo il principe dei fischietti italiani, adesso gran capo degli arbitri Uefa (ieri in missione ad Atene per un corso) ha chiosato il riferimento del presidente Mattarella alla figura dell'arbitro. «Sarà che è stata la mia vita, ma in una partita importante, il ruolo più bello è proprio quello.
Perciò mi fa molto piacere che le più alte cariche dello Stato abbiano fatto un riferimento alla nostra figura», il passaggio successivo di Collina che ha voluto ricordare anche il passato, da arbitro del settore giovanile, di Matteo Renzi, attuale presidente del Consiglio. «Di sicuro avere la collaborazione dei giocatori è importante, ma disporre di un arbitro di grande qualità come il presidente Mattarella è una garanzia assoluta», la sua conclusione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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