Provocazioni, confessioni dall'aria sfacciatamente impunita. Il presidente Rodrigo Duterte spara dichiarazioni e l'eco si propaga nell'indignazione del mondo. Questa volta il bersaglio sono le donne, quelle più povere per la precisione, le cameriere. Pochi strumenti per difendersi, un misero salario che le inchioda a ore di fatiche e intimidazioni. E la voce del presidente che questa volta, durante un comizio pubblico nella città di Kidapawan, si alza per raccontare di quando da teenager molestò la cameriera di casa. Un'uscita che ha suscitato lo sdegno dei gruppi a tutela dei diritti femminili che lo hanno accusato di tentato stupro e di incoraggiare gli abusi sessuali.
Ma Duterte non parla mai per caso: la «confessione» arriva proprio per attaccare nuovamente la chiesa cattolica, uno dei suoi target preferiti a causa delle ripetute critiche della sua politica di «tolleranza zero» che ha portato alla creazione di squadroni della morte che massacrano gli spacciatori in strada. Da quando Duterte è salito al potere due anni fa, la polizia ha ucciso circa 5000 persone in operazioni anti droga. Numeri da crimine contro l'umanità secondo diverse organizzazioni per i diritti civili.
E allora ecco la sparata. Grossa. Terribile e sconcertante del presidente filippino, l'episodio era il racconto della confessione fatta al prete del liceo, quando era ragazzino: ha riferito di essere entrato nella stanza da letto della donna, mentre lei dormiva. «Sollevai la coperta e provai a toccare quel che c'era dentro la mutandina». Successivamente Duterte, secondo il suo racconto, tornò nella stanza della cameriera e ancora una volta cercò di molestarla. Il partito a tutela dei diritti femminili, Gabriela, ha definito «ributtante» il racconto e ha chiesto al presidente di dimettersi, sostenendo che di fatto ha confessato un tentato stupro. Il presidente, che ha definito la Chiesa «l'istituzione più ipocrita» nella nazione, che è a maggioranza cattolica, ha sostenuto che lui e i suoi compagni di classe venivano molestati durante la confessione. Nello stesso discorso, sempre parlando contro la Chiesa ha perfino citato Lucrezia Borgia confondendone però la paternità da lui attribuita a Leone XIV mentre in realtà era figlia di Alessandro VI Borgia. È stata la sua ennesima tirata contro vescovi e sacerdoti che lo hanno più volte apertamente criticato per la sua guerra al narcotraffico e ai drogati,
Poco dopo, a causa delle crescenti critiche, il portavoce di Duterte ha detto che il
presidente ha in realtà «inventato» parte della storia «esagerando» un ricordo di gioventù. «Ha inventato un aneddoto per attirare l'attenzione sugli assalti sessuali da parte dei preti subiti da lui e dai suoi compagni al liceo».
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