Rai, Foa passa al secondo giro: ora il risiko dei Tg

Con l'accordo nel centrodestra martedì via libera al presidente. Si apre la partita dei direttori

Rai, Foa passa al secondo giro: ora il risiko dei Tg

Roma - Il primo agosto scorso, giorno della bocciatura, è solo un ricordo. Una parentesi sbiadita nell'ormai sicura corsa di Marcello Foa verso la poltrona più prestigiosa di Viale Mazzini. Il Cda ha rispedito la palla alla bicamerale che si occupa di vigilare sul servizio radiotelevisivo. Saranno senatori e deputati a ratificare la nomina del nuovo presidente della Rai. Servono ancora i due terzi dei voti. La maggioranza gialloverde dispone di 21 voti sui 27 necessari. Con la nuova posizione di Forza Italia e con la confermata simpatica di Fratelli d'Italia per Foa il prossimo voto, in programma il 26 settembre sarà nient'altro che una formalità. Ecco perché adesso il dibattito politico si sposta sul resto delle nomine da affrontare. Questo tassello permetterà ai partiti di darsi da fare sul resto del puzzle per completare il quadro della nuova Rai. E ovviamente si ripartirà dal Tg1, dove i bene informati continuano a puntare tutto Gennaro Sangiuliano, già di area centrodestra, accreditato come vicino a Matteo Salvini. La partita, però, è tutt'altro che chiusa. I grillini non vogliono lasciare il tg di punta del servizio pubblico agli «alleati» di governo. Si avvicinano scadenze elettorali importanti (Regionali e Europee). E preferirebbero uno schema più tradizionale: dare alla Lega la rete e tenersi il telegiornale. In questo caso il nome più probabile (per molti già deciso) sarebbe quello di Alberto Matano, amico del sottosegretario grillino Vincenzo Spadafora, e vicino anche all'area Udc di Casini. In questo caso Rai Uno sarebbe affidata a Marcello Ciannamea, vicino al Carroccio. Con il criterio dell'alternanza il Tg2 spetterebbe a un leghista o almeno a un giornalista stimato dal Carroccio. Per questa posizione si fa il nome del quirinalista Luciano Ghelfi, mentre alla guida della seconda rete potrebbe arrivare in quota grillina Maria Pia Ammirati, attualmente direttore di Rai Teche. Il sistema dell'alternanza incrociata, però, si incepperebbe una volta arrivati alle caselle di Tg3 e Rai Tre. Stefano Coletta non potrebbe essere riconfermato alla guida della rete, se Luca Mazzà (già in quota Pd) dovesse essere sostituito da un nome gradito al Nazareno. Tra i suoi possibili sostituti anche Simona Sala (quirinalista al Tg1) che potrebbe prendere anche la direzione di Rainews, anche risolvere il problema delle cosiddette «quote rosa». Tra le caselle più urgenti da riempire, però, ci sono quelle del Giornale radio (con l'uscita di Gerardo Greco) e del Tg regionale, visto che il direttore Vincenzo Morgante andrà a dirigere da ottobre Tv2000.

Per sostituirli si sono fatti i nomi di Giuseppe Carboni per il Gr, vista anche la sua lunga e apprezzata esperienza in radio, e Paolo Corsini (vicedirettore di Rai parlamento) per la direzione del TgR. Incarichi prestigiosi potrebbero ricevere anche Antonio Preziosi, gradito al centro-destra, e Carlo Freccero (5 stelle).

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