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Ritornano gli sbarchi a Pozzallo 62 migranti Scontro Viminale-Onu

A terra gli immigrati raccolti dalla «Asso 25» in acque maltesi: «Andranno in centri della Cei»

Ritornano gli sbarchi a Pozzallo 62 migranti Scontro Viminale-Onu

Dopo cinque mesi di sosta, dovuti a penuria di sbarchi, l'Hotspot di Pozzallo torna alla vita. I 62 immigrati raccolti in mare dal rimorchiatore Asso 25 sono stati ospitati proprio nella struttura di prima accoglienza della cittadina rivierasca iblea, tra le più gettonate ai tempi degli approdi quotidiani. Il sindaco, Roberto Ammatuna, era in Municipio sin dal mattino a predisporre tutto per l'accoglienza e, come da programma, la nave commerciale ha fatto ingresso in porto nel primo pomeriggio, scortata da due imbarcazioni di Guardia costiera e Guardia di finanza.

Inattesa, invece, è stata la piccola imbarcazione di legno che è entrata in serata, scortata dalla Guardia costiera, nel porto di Lampedusa. Sulla barca, proveniente dalla Libia, c'erano 23 persone fra le quali donne e bambini

Tornando a Pozzallo, dopo le operazioni sulla nave con il medico del porto, Vincenzo Morello, per verificare le condizioni sanitarie dei migranti, questi sono stati trasferiti nel vicino Hotspot per consentire l'identificazione. Quando termineranno le operazioni di polizia giudiziaria, gli immigrati saranno ospitati «a spese del Vaticano e dei vescovi italiani in strutture Cei dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini - grazie al nostro lavoro e alla nostra opera di dialogo e convincimento». E aggiunge: «Vedete come cambia la musica? Volere è potere. Ad oggi gli sbarchi in Italia sono calati del 90%». Dati che stridono con la denuncia della portavoce dell'Unhcr, Carlotta Sami, che sottolineava come nelle ultime 24 ore ci sono state «700 persone alla deriva nel Mediterraneo. Non parliamo per decenza di pull factor. Nessuna Ong può essere presente. E ancor peggio nessun sistema di soccorso. Stiamo perdendo vite umane e l'esperienza preziosa di anni di salvataggio che rendevano onore a chi li faceva».

Se è vero quanto ha scritto il 6 giugno su twitter AlarmPhone, linea telefonica diretta e autorganizzata per rifugiati in difficoltà nelle acque del Mar Mediterraneo, che segnalava la presenza di una barca con 50 persone a bordo in difficoltà in zona Sar maltese, La Valletta ha fatto spallucce e l'Italia ha risposto. «Pozzallo come tutti i porti italiani, non è stato mai un porto chiuso. E Pozzallo ha svolto nel passato un grande compito di accoglienza nei confronti dei migranti che scappano. Non vedo differenza tra chi scappa dalla guerra e chi dalla povertà - commenta il primo cittadino -. Oggi li stiamo accogliendo come continueremo a fare. I migranti non si possono bloccare, la politica dell'immigrazione deve essere solo governata». Ammatuna, quindi, ribadisce il concetto di porto aperto e, oltreché al Viminale, scocca una frecciatina pure a qualche collega: «Quando qualche sindaco dice ora il porto lo apro io, parla a favore di telecamere.

Per diritto internazionale i porti sono aperti».

Parole di elogio alla Marina militare giungono dal presidente Sergio Matterella: «Salvare vite rende prestigio all'Italia. Il Paese è collocato dentro il mare e la sua dimensione marittima è ineliminabile».

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