Rivolta nel Cpr, agente ferito. E la Mare Jonio chiama Conte

A Torino arrestato un ospite del centro per i rimpatri: ha aggredito un poliziotto. Pressing Pd su Palazzo Chigi

Rivolta nel Cpr, agente ferito. E la Mare Jonio chiama Conte

Il nodo immigrazione resta al centro della cronaca e del dibattito politico. L'ultimo caso esplode a Torino, per una rivolta nel centro di permanenza per i rimpatri durante la quale - spiegano fonti del Viminale - un poliziotto è rimasto ferito. Ma non si spengono neanche le polemiche per la nave Mare Jonio, con a bordo gli ultimi 34 migranti, che ieri si è appellata a Palazzo Chigi: «Fateci scendere».

La nave resta al largo di Lampedusa, in attesa che venga ritirato il divieto di ingresso, transito e sosta in acque territoriali italiane firmato dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e controfirmato dai ministri della Difesa, Elisabetta Trenta, e dei Trasporti, Danilo Toninelli. I due neo alleati del Pd, infatti, non hanno sconfessato la linea del governo che si stanno lasciando alle spalle. Niente assist, dunque, ai rossi, che da giorni declamano l'agognato ritorno al vecchio sistema dei porti aperti per tutti, accogliendo chiunque a prescindere dal diritto di permanere o meno in Italia. «Situazione psicologica allarmante», denunciano i medici a bordo. Si fa leva sul punto che ha consentito alla Open Arms di fare sbarcare i suoi passeggeri a Lampedusa, ritenuti dalla procura di Agrigento, a seguito di un'ispezione a bordo da parte del procuratore capo e di due medici specializzati, troppo provati dal punto di vista psicologico per restare ancora altri 3 giorni in nave in attesa dell'arrivo della nave militare spagnola che si sarebbe fatta carico di loro. La Ong Mediterranea Saving Humans, sabato aveva minacciato una denuncia in caso di mancata autorizzazione allo sbarco, parlando di «trattamento inumano e degradante» per i 28 uomini e le 6 donne sulla nave, ma non ha sortito l'effetto sperato. Il Viminale ha ribadito il suo no e ieri la Ong ha twittato: «Umanità è un concetto semplice. Rispettare e amare il prossimo, senza distinzioni. Sulla Mare Jonio restano 34 persone che hanno patito torture e sofferenze inimmaginabili. Istituzioni italiane, europee, ascoltate il cuore. #fateliscendere». A fare il tifo per loro c'è il cardinale Montenegro, arcivescovo di Agrigento, che si unisce ai commenti e agli appelli del Pd: «Queste cose non vogliamo più vederle ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti -. Non è umano. Fate scendere subito questi esseri umani».

Niente sbarco neanche per la Alan Kurdi, della Ong tedesca Sea Eye, che ha ricevuto il suo divieto di ingresso, transito e sosta in acque territoriali italiane. «Come uno degli ultimi atti al Viminale, Salvini ci ha proibito l'ingresso nelle acque italiane. Alan Kurdi ora si dirige verso Malta», dice la Ong, incolpando solo Salvini del provvedimento che, però, porta la firma anche dei ministri Trenta e Toninelli.

La nave, che ha a bordo 13 migranti, di cui 8 sono minori, stava facendo rotta verso Lampedusa, ma, non appena ha ricevuto la notifica da parte delle Fiamme gialle, si è diretta verso Malta. L'operazione di soccorso degli stranieri del resto è avvenuta in zona Sar maltese. Il ministero della Difesa, dopo il provvedimento di divieto nei confronti della nave, ha sottolineato di essere pronto a intervenire per la tutela dei minori a bordo, cosa, peraltro, che l'Italia non ha mai negato. Linea di cui Salvini si dice orgoglioso come di tutto il decreto Sicurezza. Lo ha ribadito in occasione dell'arresto di un marocchino che, durante una rivolta al Cpr di Torino, ha spezzato due falangi a un ispettore di polizia, che ha avuto 30 giorni di prognosi. Lo straniero, con precedenti per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, è in carcere.

«Sono orgoglioso di aver inasprito le pene per chi attacca le donne e gli uomini in divisa e per aver fermato l'immigrazione clandestina dice Salvini -. Se il Pd vuole riportarci indietro e ha nostalgia del business dell'invasione, lo dica chiaramente agli italiani!».

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