Coronavirus

Sì a cinema e teatri, stop agli spostamenti. Governatori in pressing per i ristoranti di sera

Le Regioni preparano le osservazioni al documento da presentare a Draghi

Sì a cinema e teatri, stop agli spostamenti. Governatori in pressing per i ristoranti di sera

I cinema e teatri che finalmente riapriranno, i ristoranti che ancora chiedono (con poche speranze) di mettere insieme l'apertura del pranzo con quella della cena, e gli impianti sciistici che si sono arresi all'idea di una stagione finita. Sono queste, al momento, le novità più rilevanti della prima bozza del nuovo Dpcm che è stato inviata dal governo alle Regioni.

Anche il governo di Mario Draghi, dunque, sceglie un decreto del presidente del Consiglio, ma dà agli interlocutori istituzionali il tempo per studiarlo prima di proporre osservazioni, attese a ore: Draghi ha concesso circa un giorno invece dell'ora che in genere dava Giuseppe Conte. Le Regioni, però, continuano a chiedere altro. Anche il governatore delle Marche Francesco Acquaroli ieri ha invocato «una revisione dei criteri» come nei giorni scorsi ha fatto il lombardo Attilio Fontana.

Il decreto sarà in vigore da sabato a martedì 6 aprile. E la riapertura di cinema e teatri prevista per il 27 marzo soddisfa gran parte dei partiti anche se viene letta come una conquista del ministro Pd Dario Franceschini. La Lega spinge per ottenere novità sugli orari dei ristoranti e dei bar in zona gialla, che continueranno a chiudere alle 18 (salvo l'asporto fino alle 22). «Dal governo - ha detto l'assessore lombardo allo Sviluppo economico Guido Guidesi - ci attendiamo che venga previsto nel nuovo Dpcm la riapertura, in zona gialla, dei ristoranti anche alla sera, con il medesimo protocollo utilizzato per il pranzo e di tutte le altre attività che in sicurezza meriterebbero di tornare a lavorare». «Questo soprattutto a fronte della ormai scontata decisione dell'Esecutivo di riaprire cinema e teatri» ha aggiunto l'assessore leghista, che in Regione è titolare dello Sviluppo economico, delega corrispondente a quella di Giancarlo Giorgetti, punta di diamante del Carroccio nel governo. E d'altra parte è dai pubblici esercizi che si leva sempre più forte una pressione in questa direzione. Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, ieri ha osservato deluso che il Dpcm «purtroppo, va nella direzione per noi sbagliata». «Noi - ha rimarcato - abbiamo chiesto anche un inasprimento dei protocolli che ci riguardano». Altri vincoli insomma, rispetto al distanziamento di un metro e all'uso delle mascherine. «Saremmo disposti a rispettare qualsiasi cosa pur di riaprire».

Ma evidentemente, per il governo, ciò non ancora è possibile per l'andamento dell'epidemia. Ieri i nuovi casi positivi registrati in Italia sono stati 18.916 (erano 20.499 il giorno precedente) con 323.047 tamponi effettuati (erano 325.404 venerdì) per un indice di positività che è sceso dal 6,3 al 5,8. E i 280 morti nelle ultime 24 ore (in aumento rispetto ai 253 di del giorno prima) portano il totale da febbraio a 97.507, mentre continuano a salire i ricoveri in terapia intensiva (sono 2.216, +22) e gli attualmente positivi (411.966, +7.

302).

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