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Salvini alza il tiro su Berlusconi. È scontro sugli elettori M5s

Il leghista: chi sostiene il governo non è fesso. Il timore di Forza Italia: nuove pretese dell'alleato sui candidati

Salvini alza il tiro su Berlusconi. È scontro sugli elettori M5s

Botta e risposta. Silvio Berlusconi, sondaggi alla mano, continua a esprimere perplessità sulla capacità di voto degli italiani e su quanti hanno fiducia nel governo. Una scelta comunicativa ormai consolidata da settimane e una puntura di spillo indirizzata soprattutto agli elettori dei Cinquestelle. Matteo Salvini, però, la fa propria e rispedisce al mittente questo rilievo accendendo una miccia polemica e blindando nuovamente l'alleanza nazionale con i Cinquestelle.

«Eccolo quel coglione» dice il vicepremier in un comizio a Melfi «a livello nazionale la mia parola, il mio impegno non solo con gli alleati, ma con gli italiani, vale più di ogni sondaggio o insulto. Quello che facciamo bene, lo facciamo bene in due. Con Berlusconi governiamo bene a livello locale, però se mi si da del coglione se sono al governo nazionale...» lamenta il leader leghista. «È chiaro che non sono permaloso, però ritengo che in questi nove mesi abbiamo fatto tanto per gli italiani e continueremo a farlo nei prossimi anni, a livello locale governiamo meglio della sinistra e sono convinto che in Basilicata vincerà il centrodestra». Un concetto ripreso a Domenica Live: «Mi dispiace che qualcuno dica che gli italiani che sostengono la Lega o il governo sono dei fessi, perché gli italiani non lo sono».

La lettura che viene data da parte di Forza Italia di questo affondo salviniano è legata a due fattori. Il primo è la particolare settimana che si profila all'orizzonte. Il Senato mercoledì voterà sul caso Diciotti. La Lega farà scudo al suo leader con Forza Italia e Fratelli d'Italia in appoggio esterno, condividendo la scelta della linea dura di Salvini sui porti. Sull'altro fronte ci sarà il Pd e la sinistra, che chiedono di concedere il via libera ai giudici e alcuni ex Cinquestelle, che hanno già detto no al decreto Sicurezza di Salvini, come Gregorio De Falco. I Cinquestelle hanno vissuto un lacerante dibattito interno, ma ora sono chiamati a difendere Salvini che può contare sul sostegno pubblico offertogli da Giuseppe Conte, oltre che dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli.

Il secondo fattore è la trattativa serrata e a tratti spigolosa per la scelta del candidato del Piemonte - negli accordi spetterebbe a Forza Italia, ma la Lega è in pressing per un civico vicino al Carroccio - e di altre città che andranno al voto. Gli azzurri temono che l'aumento della temperatura possa essere il preludio per imporre un proprio uomo. Dentro Forza Italia non si registrano repliche a Salvini. Anna Maria Bernini, però, allontana «cassandre in servizio permanente effettivo che da un quarto di secolo volteggiano su Forza Italia. La presunta Opa su di noi non è altro che una fake news».

Nel barometro degli umori non ci sono, però, soltanto nuvole. Giovedì i leader del centrodestra si ritroveranno insieme per la chiusura della campagna elettorale a sostegno del candidato governatore Vito Bardi in Basilicata. Salvini, Berlusconi e Giorgia Meloni replicheranno lo schema della «conferenza stampa di coalizione» in terra lucana, probabilmente a Potenza. Al lavoro per organizzare il briefing a tre c'è il coordinatore regionale della Basilicata Giuseppe Moles.

A Lecce, infine, le primarie per la scelta del candidato sindaco sono state segnate da forte affluenza ed entusiasmo, come già era avvenuto a Bari e Foggia il 25 febbraio e faranno da volano in vista del voto di maggio.

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