Si legge ancora «Abdel Kader» sulla fiancata del relitto adagiato a 60 metri di profondità a sei miglia da Lampedusa. I drammatici scatti diffusi dalla Guardia Costiera restituiscono agli occhi la tragedia del 7 ottobre. Sul fondale, insieme col peschereccio di legno che era partito dalla Libia e passato da Sfax per imbarcare altri tunisini, ci sono i corpi senza vita di 12 migranti che quella notte non ce l'hanno fatta. Anche una giovane mamma col suo bambino. Altri sono tuttora dispersi. Mentre i sommozzatori sono al lavoro per recuperare le salme, continua anche quello dei soccorritori in superficie, con nuovi arrivi a Lampedusa.
Due motovedette Sar della Guardia Costiera e una della Guardia di Finanza hanno soccorso e sbarcato nella notte 172 migranti al molo Favarolo dell'isola. Si trovavano a bordo di un barcone in difficoltà a ben 35 miglia nautiche a sud ovest, in area Sar maltese. Dopo avere ricevuto l'allarme la centrale operativa di Roma ha subito informato l'autorità maltese che ha assunto il coordinamento dell'operazione di ricerca e soccorso. Nonostante sia stata poi proprio la Valletta a richiedere l'intervento delle motovedette italiane, essendo quelle maltesi già impegnate in altre missioni, ha negato lo sbarco a Malta dei migranti salvati. Che sono stati portati così sull'isola delle Pelagie, dove però l'hotspot scoppia. Ci sono oltre 430 migranti su una capienza di 95. Non bastano i trasferimenti continui da Lampedusa ai centri di accoglienza della Sicilia per far fronte al ritmo quotidiano dei nuovi arrivi: quasi 300 persone in tre giorni. Mille solo dal primo di ottobre. Per il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, non è emergenza: «Non credo si possa parlare di una escalation degli sbarchi, c'è stato un incremento a settembre e dai primi dati anche ad ottobre. Ma è un incremento riconducibile agli sbarchi autonomi, che non è un fenomeno nuovo», ha detto rispondendo al question time alla Camera della Lega, che l'ha contestata in Aula. Sugli accordi di Malta, nonostante non siano operativi e trovino ancora la resistenza di diversi Paesi Ue, il ministro ha ribadito che il «rinnovato clima di solidarietà è il presupposto necessario per un'effettiva strategia europea per una gestione flussi equa e bilanciata».
Ieri mattina anche Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere ha sbarcato al molo san Cataldo di Taranto i 176 migranti soccorsi tre giorni prima in due distinte operazioni al largo della Libia: 131 uomini, 12 donne, di cui 4 in stato di gravidanza, e 33 minori di cui 23 non accompagnati. Tra i minori anche una bimba di appena dieci mesi, camerunense. Tra loro, dicono i rappresentanti di Msf, c'è chi è stato per anni, «nei centri di detenzione, tra cui anche un quindicenne. Non ci sono però malattie gravi, e le condizioni di salute sono buone». La nave della ong francese battente bandiera norvegese dopo aver sbarcato i naufraghi fa sapere di essere già tornata in missione nel Mediterraneo in direzione sar libica, per soccorrere «centinaia di persone continuano a rischiare la vita partendo dalla Libia nonostante sia sempre più pericoloso con le condizioni meteo in peggioramento».
Il numero di migranti che hanno attraversato il Mediterraneo centrale a settembre si è attestato, dati Frontex, a 2.280, il 16% in più rispetto al mese precedente. Secondo l'agenzia europea il totale degli sbarchi nei primi nove mesi dell'anno ha raggiunto 9.700, meno della metà del totale dello stesso periodo dell'anno scorso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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