Scuola in imbarazzo per il baby manager punito

L'istituto preferisce non parlare. L'assessore all'Istruzione: «La storia non è ancora chiusa»

Scuola in imbarazzo per il baby manager punito

Il caso del ragazzino di Torino che vendeva le merendine a basso costo, premiato e punito nello stesso giorno, fa discutere e divide. Le regole da rispettare da una parte e lo spirito del piccolo imprenditore dall'altra. Una storia che ha creato un paradosso, che è piaciuta ai giornali, ne hanno raccontato il caso, lui che a sedici anni porta ai compagni le merendine e le vende ad un prezzo inferiore rispetto alle macchinette, che va al supermercato a fare scorta, attento alle offerte per un margine maggiore, che fa saltar fuori i soldi per la ricarica del cellulare. Una storia che da un lato fa innamorare chi vede nel giovane una promessa dell'imprenditoria. Una storia che invece non piace alla scuola, che decide di prendere provvedimenti, perchè le regole vanno rispettate. L'altro ieri la giornata dei paradossi, a poche ore di distanza il ragazzino viene premiato e poi punito. Sempre per le merendine. Chi lo vede un genio, chi un furbetto. E così il consiglio di classe decide non solo di dargli quindici giorni di sospensione, ma chiede l'intervento del consiglio d'istituto, probabilmente per aumentare la punizione. E tutto mentre la Fondazione Einaudi decide di assegnargli una borsa di studio di cinquecento euro per premiare lo spirito imprenditoriale. «Capisco la posizione della scuola, che non deve essere facile», spiega la vicepresidente del consiglio regionale del Piemonte, Daniela Ruffino. «Ma se fossi al posto del preside, farei comunque di tutto per evitare di allontanare il ragazzo dalla scuola. Ad esempio farei fare i lavori socialmente utili al pomeriggio, in modo da non far perdere al giovane giorni di scuola. Ai ragazzi non bisognerebbe mai tarpare le ali e allora farei in modo di trasformare questo episodio in un'occasione e perchè no? Farei fare a tutta la classe del ragazzino uno stage con un incubatore di impresa. Insomma, farei di tutto per creare da questa occasione un momento di crescita». La scuola intanto preferisce non rispondere alle domande. Probabilmente aspettano martedì prossimo, quando il consiglio di istituto dovrà pronunciarsi sul caso. Versione che viene confermata dall'assessore all'istruzione Gianna Pentenero che spiega: «Il fatto in sè non è ancora concluso. C'è un procedimento in corso e la situazione è abbastanza delicata. Per questo al momento mi sento di dire che è meglio essere cauti, di aspettare di conoscere bene i risvolti della vicenda, di contestualizzarli». Una posizione, quella dell'assessore, che cerca di smorzare i toni. «Quello che posso dire però è che io personalmente sono stata in quell'istituto a pranzo. Sono andata al bar e posso assicurare che i prezzi sono accessibili, anche per ragazzi.

Ma non solo, c'è un'attenzione particolare ai prodotti e a chi gestisce il locale perché è direttamente collegato a un progetto di educazione alimentare a cui ha partecipato la scuola e che qui mi sento di difendere con forza».

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