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Sedici figli ma niente aiuto

Ne hanno diritto eppure non hanno avuto l'assegno

Sedici figli ma niente aiuto

Sedici figli e una storia che ha portato la famiglia Ananìa a riempire il palco del teatro Ariston, al Festival di Sanremo 2015. Allora non aveva ancora due anni la più piccola dei nati da Aurelio, oggi 51 anni, impiegato, e Rita Procopio, 47 anni, mamma a tempo pieno. A riportare gli Ananìa sotto le luci della cronaca è il reddito di cittadinanza che non c'è. Sembra impossibile, ma nonostante i quattordici figli ancora a carico (dieci minori e 4 maggiorenni, mentre uno lavora e una figlia è sposata), la famiglia originaria della Basilicata che vive a Catanzaro non è riuscita a percepire il reddito di cittadinanza. Consulenze sbagliate, una scarsa conoscenza del sistema delle detrazioni, e alla fine non hanno alcun sussidio, benché rientrino nei criteri sia grazie al reddito che all'immobile, come spiega Alessandro Romano, responsabile dell'associazione GiustItalia che segue la vicenda. La speranza per loro è chiedere la remissione in termini: in diversi casi sono state accolte. Dopo la manovra, potranno fare domanda per il bonus famiglie numerose: 250 euro per ogni figlio minore, ma solo per un anno.

«Una situazione paradossale, estrema, proprio come sono paradossali le situazioni dei truffatori che ricevono il reddito di cittadinanza» commenta. Un controsenso che però ha una spiegazione: «C'è molta disinformazione sulle detrazioni e in generale sul reddito di cittadinanza. In questo modo capita che chi ha realmente bisogno non lo percepisce perché non può permettersi un commercialista o un avvocato serio e non è al corrente dei propri diritti. Al contrario furbetti che hanno una barca di soldi e magari anche una barca vera, usano ogni espediente: separazioni finte, società di comodo. E molto spesso ottengono davvero il reddito.

Per questo servono controlli e verifiche».

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