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Segre snobba il Salvini antirazzista: da lui non vado

Declinato l'invito al convegno antisemita. E il Capitano prepara la volata per le Regionali

Segre snobba il Salvini antirazzista: da lui non vado

Imola - Liliana Segre snobba Matteo Salvini. La senatrice ha infatti declinato l'invito a partecipare, giovedì, a un incontro sulla prevenzione dell'antisemitismo assieme al leader della Lega per una «serie di impegni legati al Giorno della Memoria».

La Segre auspica però che «nella Commissione contro lo hate speech deliberata dal Senato si potrà realizzare una fattiva collaborazione nell'interesse generale del Popolo Italiano».

E prosegue: «Apprezzo l'iniziativa sull'antisemitismo, un problema che si riaffaccia virulento nelle cronache del nostro tempo in tanti Paesi d'Europa e del mondo intero. Ritengo però che non si debba mai disgiungere la lotta all'antisemitismo dalla più generale ripulsa del razzismo e del pregiudizio che cataloga le persone in base alle origini, alle caratteristiche fisiche, sessuali, culturali o religiose». Dimostrazione che ancora non se la sente di abbracciare le aperture della Lega. Il Capitano non se la prende, però: «La capisco». Fine delle polemiche. Almeno per ora.

Ieri Matteo Salvini ha parlato da Imola, dove è impegnato per la campagna elettorale per le prossime Regionali e ha dimostrato di avere le idee chiare su come governare l'Emilia Romagna e la squadra pronta. Lo ha confessato ieri al Giornale.

«Sappiamo già quali siano i primi punti da affrontare dal 27 gennaio - ha chiarito - e abbiamo già le idee chiare anche sulla squadra perché insieme a Lucia ci saranno donne e uomini tosti, seri, professionali, competenti, non vedo l'ora di cominciare. I nomi, però, non ve li dico».

Se la Lega dovesse sbancare alle elezioni il Capitano ha già in mente l'Emilia Romagna che vuol costruire: «Quella di Maranello - ha specificato - , di Langhirano, Lesignano, dei pescatori romagnoli, degli operai delle cooperative rimasti a casa per il crack della cooperative rosse. L'Emilia del lavoro. È il lavoro la nostra priorità».

Salvini sa che il centrodestra è avanti e vuol cristallizzare i consensi, partendo da una base che può aumentare. Per questo non si concede un attimo di tregua, portando avanti quella che è la sua strategia politica: lo stare in mezzo alla gente. «Lo vedete anche voi - ha proseguito -, io sto perdendo la voce, però faccio 10 incontri al giorno. Tanti che votavano a sinistra scelgono e sceglieranno la Lega e per me è la ricompensa più bella di tanto impegno e fatica e non vedo l'ora che arrivi questo 26 gennaio». Poi la stoccata all'esecutivo sulla questione libica: «Il governo è assente, incapace e complice. In Libia sono a rischio i lavoratori, gli imprenditori e la sicurezza degli italiani. L'ennesima dimostrazione che prima vanno a casa, meglio è».

Non si preoccupa, però, di quel che sarà la legge elettorale: «Non è la mia prima preoccupazione, a me interessa che si voti il prima possibile». E sul caso Gregoretti ci va giù pesante: «Se vogliono processarmi e arrestarmi abbiano la dignità di dirlo e di farlo. Settimana prossima chiamerò a raccolta tutti gli italiani che la pensano come per muoverci tutti insieme. Se deve essere processo che sia, dovranno trovare non un tribunale, uno stadio per processarci tutti insieme». Quanto alla vicenda del Russiagate e della supertestimone che sarà ascoltata dalla Procura ci scherza su: «Gli ultimi rubli li ho spesi stamani all'autogrill per un panino col crudo. Li ho finiti». Nelle retrovie solo qualche sardina e qualche bandiera di Potere al popolo. E lui: «Mi gridano buffone? Imparino l'educazione, magari facendo la leva...

Bacioni».

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