Si sveglia dal coma e denuncia: "Un amico voleva uccidermi"

La vittima investita accusa il compaesano, subito arrestato. L'accusa dei magistrati: lesioni stradali colpose

Si sveglia dal coma e denuncia: "Un  amico voleva uccidermi"

Un p aio di settimane fa qualcuno aveva deciso che la vita di Giovanni si sarebbe dovuta fermare. E ce l'aveva messa tutta. Il suo corpo investito a tradimento dalla macchina che gli corre sopra, poi il volo di tre metri oltre un muretto per nasconderlo. Per oltre un'ora era rimasto così, ferito e al freddo, con nessuna speranza di sopravvivere. Poi un passante che lo vede e l'inizio di un finale da romanzo.

Giovanni Antonio Pedranghelu, questo allevatore di 36 anni, ha sbaragliato tutte le carte di un destino che sembrava già scritto. Si è risvegliato dal coma, si è guardato intorno e ha iniziato a ricordare. Quell'abbaglio negli occhi e poi il buio. Ricostruire come piccoli pezzettini di un mosaico confuso e sfuocato eppure che riaffiorava alla mente. E finalmente eccola la verità, lampante e liberatoria: lui non era ridotto così, in un letto d'ospedale, massacrato e ferito con 23 fratture e un polmone perforato per un incidente stradale, niente affatto. Lui - ha raccontato- era davanti al cancello, se lo ricordava benissimo, intento ad aprire, quando l'amico aveva spinto il pedale sull'acceleratore e lo aveva investito. Altro che mala sorte.

Dopo il suo risveglio la famiglia, assistita dall'avvocato Tonino Secci, aveva deciso di portarlo via dal Santissima Annunziata di Sassari perché la vittima temeva una nuova aggressione, perché non un incidente - dice- ma investito da quello che lui considerava un amico, Francesco Puddinu, 47 anni, forestale di Nughedu San Nicolò, a Sassari, lo stesso paese suo. Quel sabato avevano passato la serata insieme a bere, «smodate quantità di alcol» e avevano deciso poi di andare in un casolare in campagna a prendere del vino. Lui si era fidato perché non c'era motivo per non fidarsi; era salito in macchina senza pensarci. Sarebbe potuto morire Giovanni, ma miracolosamente non solo si è salvato ma ricorda tutto. E ora si tirano le somme.

Puddinu, che fino all'altro ieri era indagato per lesioni aggravate, è stato arrestato accusato di lesioni stradali colpose e trasferito nel carcere sassarese di Bancali per il ferimento dell'amico Giovanni che ora lo accusa di tentato omicidio. Restano molti punti da chiarite e Puddinu, accompagnato dal suo avvocato, Angelo Merlini, si è presentato in caserma per raccontare la sua versione dei fatti e mettersi a disposizione della Procura di Sassari.

L'uomo guidava l'auto che, secondo il racconto della vittima, ha accompagnato Pedranghelu in campagna la notte del 24 marzo, prima di essere investito da un'auto e poi scaraventato nel dirupo in cui è stato ritrovato la mattina seguente privo di conoscenza. Le telecamere della piazza del paese avevano registrato l'uscita dei due da un bar e ora quelle immagini e le dichiarazioni di Puddinu sulla serata sono al vaglio degli inquirenti. Intanto si è svolto ieri pomeriggio una prima fase della perizia medico legale sulle ferite riportate da Giovanni. Il medico legale nominato dall'avvocato della famiglia Pedranghelu, ha iniziato la perizia sulle ferite dell'uomo (23 fratture, un polmone perforato e diverse escoriazioni alla testa e al volto), per accertare se siano compatibili con un'aggressione subita dalla vittima prima di essere investita da un'auto e gettata in un dirupo, come ha raccontato agli inquirenti.

Le verifiche del medico legale andranno avanti per fasi, perché le ferite e la loro guarigione andranno monitorate per diversi giorni. Una seconda valutazione, sempre sulle ferite sarà fatta nei prossimi giorni anche da un altro medico legale nominato dalla Procura di Sassari.

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