La sindaca socialista sbotta: "Basta, troppi migranti"

Il primo cittadino di Brescia Castelletti: "Anche gli altri Comuni della provincia accolgano i richiedenti asilo"

La sindaca socialista sbotta: "Basta, troppi migranti"
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«Brescia non può farsi carico da sola della sicurezza e dell'accoglienza, abbiamo già tante criticità. Ognuno faccia la sua parte». Le parole della sindaca Laura Castelletti (nella foto), storica socialista e appoggiata da tutta la coalizione progressista, rimbombano ancora una volta in tutta la provincia e aprono un nuovo squarcio nei rapporti sulla gestione dell'accoglienza. A far alzare dalla sedia la fascia tricolore - eletta nel 2023 e sostenuta dal centrosinistra unito è il recente arrivo sul suolo cittadino di tredici richiedenti asilo. Numeri minimi eppure bastano a far mobilitare Castelletti, che senza fronzoli dice: «Brescia significa tutta la provincia, non solo la città. Ho chiesto al prefetto Andrea Polichetti e al presidente della Provincia Emanuele Moraschini un incontro perché tutti devono essere coinvolti».

I destinatari dell'appello sono i colleghi delle valli e delle località lacustri, perché in una delle province più grandi d'Italia solo 45 comuni su 205 accolgono richiedenti asilo attraverso progetti Cas o perché inseriti nel sistema di accoglienza straordinaria. Troppo poco, per Castelletti, che amministra un capoluogo che ospita attualmente 262 migranti.

Ma quella della Castelletti è una vera e propria battaglia: già nel 2023 si era fermamente opposta al transito di 25 migranti al giorno all'ombra della Loggia e alla loro permanenza per due notti in un centro di micro-accoglienza. Allora vinse la battaglia e l'hub fu aperto nell'hinterland, alle porte di Brescia. «Tutti devono dare la loro disponibilità, non va caricato tutto sulla città tuona ancora -. Il sistema di accoglienza diffusa è il nostro riferimento».

Un sistema che però non convince tutti i sindaci bresciani, tanto che in molti fanno a gara per sfilarsi dai progetti. La ricostruzione della prima cittadina viene però smentita dalla parlamentare leghista Simona Bordonali: «Nonostante le dimensioni e il ruolo di capoluogo, l'incidenza di Brescia nell'accoglienza è molto più contenuta rispetto a quanto avviene altrove. Sono parole offensive nei confronti degli altri sindaci».

Il timore di Castelletti, in effetti, pare preventivo: in vista dello storico aumento degli arrivi nel periodo estivo, si teme per la

collocazione «d'ufficio» nella sola città. «È ora che la premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi si assumano le loro responsabilità. Il problema va affrontato in modo strutturale», attacca infine la sindaca.

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