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Su Russia, Cina e Yemen è un Biden interventista "Lavorerò con gli alleati"

Il presidente promette di ripristinare la linea dell'impegno americano a livello globale

Su Russia, Cina e Yemen è un Biden interventista "Lavorerò con gli alleati"

New York. «L'America e la diplomazia sono tornate». Joe Biden delinea i capisaldi della politica estera del dopo Donald Trump in un discorso al dipartimento di Stato, rilanciando l'impegno della sua amministrazione con la comunità internazionale e il multilateralismo, ma anche la leadership Usa sulla scena mondiale. «Dobbiamo affrontare questo nuovo momento di accelerazione delle sfide globali - dalla pandemia di coronavirus alla crisi climatica, fino alla proliferazione nucleare - sfide che saranno risolte solo da nazioni che lavorano insieme per una causa comune» ha detto Biden. «Nelle ultime due settimane ho parlato con i leader di molti dei nostri più cari amici, Canada, Messico, Regno Unito, Germania, Francia, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nato - ha aggiunto - per ricostruire la muscolatura delle alleanze democratiche, atrofizzata dopo quattro anni di abbandono e abusi». «Le alleanze dell'America sono tra le nostre più grandi risorse, e guidare con la diplomazia significa stare fianco a fianco con i nostri alleati e partner chiave ancora una volta». Biden ha poi ribadito di essersi mosso «rapidamente per iniziare a ripristinare l'impegno americano a livello internazionale, riaffermare con successo la nostra diplomazia, riconquistare la posizione di leadership e per catalizzare l'azione globale sulle sfide condivise». «Dobbiamo fronteggiare le crescenti ambizioni della Cina e la determinazione della Russia di danneggiare la democrazia» ha avvertito il Comandante in Capo. L'intervento di Biden (e della vice presidente Kamala Harris) a Foggy Bottom è stato preceduto dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il quale ha annunciato una «linea più dura ed efficace» con Mosca, a partire da Navalny «che dovrà essere liberato subito». Sullivan ha poi anticipato la decisione del presidente di porre fine al sostegno americano alle operazioni in Yemen, dove Washington aveva appoggiato un'offensiva guidata dall'Arabia Saudita contro i ribelli Houti. E il «congelamento» del ritiro delle truppe in Germania avviato da Trump, con il capo del Pentagono Lloyd Austin che guiderà una revisione del posizionamento delle truppe Usa nel mondo.

Biden inoltre firmerà un ordine esecutivo per aumentare il numero dei rifugiati ammessi negli Stati Uniti, dopo le drastiche riduzioni del predecessore: «The Donald» aveva ridotto il limite di ammissioni a 15.000 prima di lasciare la Casa Bianca, mentre il nuovo piano prevede di portarlo a 125.000, superando il tetto di 110.000 fissato da Obama prima di lasciare l'incarico.

Per quanto riguarda la Birmania, il presidente sta valutando nuove sanzioni che riguarderebbero individui ed entità specifiche legate all'esercito che ha preso il controllo del Paese. «L'esercito birmano deve cedere il potere e rilasciare tutte le persone detenute» ha avvertito. Previsto anche un memorandum per proteggere i diritti della comunità Lgbt nel mondo.

Nel frattempo, una nave da guerra Usa ha attraversato lo stretto di Taiwan per la prima missione sotto la nuova amministrazione. Il cacciatorpediniere USS John S.

McCain ha tagliato la striscia di mare che separa la Cina e Taiwan: Pechino considera le navi che attraversano lo stretto come una violazione della sua sovranità, mentre gli Stati Uniti e molte altre nazioni reputano la rotta in acque internazionali.

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