Uccisa dal fratello e poi fatta a pezzi I resti ritrovati in due cassonetti "Non mi dava soldi"

L'uomo, 62 anni, ha confessato: «Prima l'ho strangolata, poi ho usato una sega Mi trattava come un ragazzino e razionava il denaro»

Uccisa dal fratello e poi fatta a pezzi I resti ritrovati in due cassonetti "Non mi dava soldi"

Alla fine è crollato. E ha confessato. Dopo dieci ore di interrogatorio non ce l'ha fatta più. Maurizio Diotallevi, 62 anni romano, non ce l'ha fatta a gestire un castello di improbabili scuse e spiegazioni, incalzato da prove e indizi che lo schiacciavano contro il muro delle sue responsabilità. Diotallevi, come ricostruito dagli uomini della Squadra Mobile, avrebbe ucciso con un grosso coltello, alla vigilia di Ferragosto, la sorella Nicoletta al termine di una lite. «Non ce la facevo più. Guadagnava solo lei - avrebbe detto ai poliziotti - Ogni volta decideva lei quanti soldi darmi, mi trattava ciome un ragazzino».

Poi ne avrebbe fatto a pezzi il cadavere con una sega. Quindi se ne sarebbe disfatto gettando i pezzi in cassonetti della spazzatura differenti e distanti tra loro.

Soltanto un caso fortuito poteva fare di questo omicidio un delitto perfetto. È vero che la lite è avvenuta in un appartamento di un condominio svuotato dal ponte ferragostano. Nessuno dei pochi residenti presenti la vigilia di Ferragosto avrebbe infatti sentito niente nello stabile di via Guido Reni che dista soltanto poche decine di metri da una caserma dell'esercito e una delle sedi della Questura di Roma. È vero anche che nei piani di Diotallevi, si sarebbe dovuto sbarazzare del cadavere della sorella confidando nella raccolta dell'indifferenziata con i camion compattatori. Però qualcosa è andato storto nei suoi piani. Qualcosa che un giallista o un grande regista non avrebbe certo sottovalutato. E quel «qualcosa» è proprio l'ormai dilagante abitudine da parte di numerosi rom di ispezionare i cassonetti dell'immondizia in cerca di fortunati «ripescaggi». Quello in cui si è imbattuta però ieri mattina una giovanissima nomade non è stato un ripescaggio fortunato. Proprio all'altezza di villa Glori su viale Maresciallo Pilsudsky la ragazza ha visto sbucare da un telo di plastica un paio di gambe legate tra loro con adesivo da imballaggio. Subito è scattato l'allarme. Le immagini raccolte da una telecamera lì vicino hanno permesso agli inquirenti di rintracciare l'auto di un uomo che poche ore prima aveva lì abbandonato un pesante involucro. Dalla targa non è stato difficile risalire al Diotallevi, fermato e portato al Comando di polizia per dare spiegazioni. Ed è stato lo stesso Diotallevi a mettere gli agenti sulla giusta strada per ritrovare gli altri pezzi della sorella (il busto, la testa e le braccia). Abbandonati in un paio di cassonetti proprio vicino casa, nella stessa via Reni. La donna, 59 anni, viveva con lui. I due avevano difficoltà economiche, a quanto ricostruito dagli inquirenti. E spesso affittavano a studenti una delle stanze dell'appartamento dove si sono ritrovati a vivere insieme alla morte della madre. Per meglio allontanare i sospetti l'uomo aveva anche denunciato la scomparsa della sorella già dalla sera della vigilia di Ferragosto. Evidentemente solo pochi minuti dopo l'efferato delitto. Ed è l'incrocio dei dati raccolti proprio tra identikit di donne scomparse e i dati della targa dell'uomo che ha insospettito gli investigatori. Il caso, insomma, è stato risolto nell'arco di appena mezza giornata. La parola ora passa ai legali, ai giudici e, soprattutto, a chi verrà chiamato ad analizzare il profilo psicologico dell'uomo, rinchiuso nel carcere di Rebibbia con l'accusa di omicidio e di occultamento di cadavere. La pista della lite frutto di problemi economici, tuttavia, non convince, però il legale di Diotallevi, Gaetano Scalise, di ritorno in città per assistere all'interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Roma.

«Far convergere le indagini sulla pista del movente economico - ha spiegato - significa affidarsi a una traccia sbagliata perché, a quel che ne so, in tutti questi anni fratello e sorella non hanno mai avuto problemi finanziari né questioni di eredità».

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