Roma - La legge di delegazione europea 2015, approvata definitivamente dal Senato pochi giorni fa, porta con sé una novità interessante. Non si tratta delle solite «stranezze» di Bruxelles (anche se c'è una direttiva sul trasporto di cavalli e zebre), ma di qualcosa che potrebbe cambiare in un prossimo futuro il sistema finanziario e politico italiano rendendolo sempre più condizionato dalle regole della Commissione europea e, dunque, di Berlino. Il testo, infatti, istituisce il Comitato per le politiche macroprudenziali la cui attuazione è affidata a un decreto del ministero dell'Economia.
Anche se il nome è un po' difficile il ruolo è noto a tutti i cittadini: questo nuovo organismo dovrà occuparsi sostanzialmente di stabilità finanziaria e inviare raccomandazioni vincolanti al Parlamento e rendendo pubblici, eventualmente, i casi di mancata applicazione dei suggerimenti. Dell'istituendo comitato faranno parte la Banca d'Italia, la Consob (l'Autorità di controllo della Borsa) e le Authority che vigilano su assicurazioni e fondi pensione, rispettivamente Ivass e Covip. Alle riunioni potranno assistere il ministero dell'Economia e, in virtù di un emendamento della Lega alla Camera, pure l'Antitrust.
Sembrerebbe un doppione del Comitato per la Stabilità finanziaria del Tesoro, ma non è così perché in questa sede Padoan sarà poco più che un ospite. Il nuovo organo nasce infatti da una raccomandazione emanata a fine 2011 (un mese dopo la caduta del governo Berlusconi) dal Comitato europeo per i rischi sistemici guidato dal presidente della Bce, Mario Draghi. L'obiettivo è nobile: creare a livello dei singoli Paesi Ue una camera di compensazione in grado di valutare eventuali situazioni di crisi (spread, banche) anche con opportuni poteri di indagine e rimediarvi in anticipo.
La presenza di Bankitalia si può considerare «patriottica». Non a caso, di recente ha evitato strette più severe a livello di accantonamenti sui mutui residenziali erogati in Belgio dalle nostre banche. Questo non vuol dire che nei prossimi anni lo scenario non possa modificarsi e la nostra banca centrale, ancorché svincolata dalla politica, assieme alle altre Authority possa trovarsi condizionata da norme cui ha contribuito solo in maniera marginale come quella del bail in. Non bisogna dimenticare, infatti, che a capo del Comitato di risoluzione delle crisi bancarie siede la tedesca Elke König, il Comitato Euro è presieduto dall'austriaco Thomas Wieser, l'Eurogruppo dall'olandese Jeroen Dijsselbloem così come ai Paesi Bassi tocca pure la presidenza dell'Authority sui mercati (Esma) con Steven Maijoor. Centri di potere con cui la cancelliera Angela Merkel ha un rapporto particolare.
Certo, all'Italia resta la guida della Bce con Mario Draghi e quella dell'Autorità bancaria (Eba) con Andrea Enria. Ma gli effetti dei recenti stress test hanno dimostrato l'imparzialità dei nostri connazionali nella gestione del caso Mps per il quale Matteo Renzi e il ministro dell'Economia Padoan non hanno spuntato niente.
Così come non è un mistero che il premier da più di un anno stia cercando di cambiare le figure apicali di Via XX Settembre perché ritenute troppo «allineate» a Bruxelles. Il rischio che la politica resti con le armi spuntate è concreto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.