Usa e immigrati: maxi sanatoria ma pugno di ferro alle frontiere

Obama regolarizza tra le polemiche 5 milioni di clandestini Siamo andati al confine con l'Arizona: la polizia non fa sconti

Il confine tra il sud degli Stati Uniti e il nord del Messico è la via più percorsa dai clandestini. A far fronte a questa ondata ci sono i poliziotti della Border Patrol, agenzia deputata alla difesa del confine, spesso al centro di polemiche per i metodi «decisi». Ma a gestire la tratta di esseri umani ci sono i narcos e qui l'illegalità non è tollerata. Nemmeno dopo il decreto annunciato da Obama che sanerà la posizione di 5 milioni di immigrati, soprattutto allo scopo di garantire un nuovo bacino di voti ai Democratici, ma escludendo chi ha commesso reati. E senza per questo allentare la morsa alle frontiere.

Il lavoro di blindare i confini è ad alto rischio e viene affidato a chi riesce a superare una dura selezione: test scritti, fisici e persino «la macchina della verità», racconta l'agente Scott T. Stewart. Una volta arruolati, gli agenti sono inviati nelle stazioni dotate di sofisticate tecnologie: computer, telecamere, fucili d'assalto e mini droni.

Lungo il confine è stato edificato un muro per bloccare il passaggio degli immigrati. La struttura si estende lungo tre Stati: California, Texas e Arizona, che hanno partecipato alla costruzione rispettivamente con le operazioni Gatekeeper, Hold The Line e Safeguard. Il muro - definito dai messicani «muro della vergogna», è composto da pali in metallo, affiancati l'uno all'altro e costruiti in modo tale da impedire agli immigrati tanto di romperlo quanto di arrampicarsi.

I clandestini cercano costantemente nuove vie. Nei giorni scorsi la stazione della Border Patrol di Tucson ha scoperto un tunnel sotterraneo attraverso cui circola anche droga destinata agli Stati Uniti. Dal 1990 a oggi ne sono stati scoperti almeno 173. «Grazie a lavoratori altamente qualificati e a nuove tecnologie - dice con fierezza l'agente Stewart - la zona di Tucson non è mai stata così sicura».

Dal 1998 al 2013, la Border Patrol ha ritrovato 2.701 corpi senza vita di immigrati morti di stenti nel deserto per raggiungere il confine. Solo nel 2014 il numero di corpi ritrovati ammonta a 97. Oltre ai ritrovamenti, dal 2005 ad oggi, sono 44 le morti di immigrati per le quali si sta ancora cercando un responsabile, secondo l' Arizona Republic .

Quelli che non vengono uccisi sono arrestati, identificati e trattenuti in attesa di un processo. Le condizioni delle strutture di fermo hanno scatenato l'ira degli attivisti per i diritti umani. «Siamo consapevoli che ci sarà sempre chi avrà vedute diverse riguardo al nostro lavoro» dice l'agente Stewart.

Tuttavia, ci sono anche voci a difesa degli agenti. «Non toccate i nostri poliziotti e loro non vi faranno del male» scrive un lettore, firmatosi «Lavender_Lady_1», in un commento a un articolo pubblicato su CBS news . Gli agenti raccontano di essere spesso vittime di attacchi degli immigrati, che lanciano sassi contro di loro nel tentativo di crearsi un varco e superare il confine. Alla domanda se considera il suo un lavoro pericoloso, l'agente Stewart ha risposto, sprezzante del pericolo: «Come per ogni lavoro in cui bisogna far rispettare la legge, anche nel mio ci sono dei rischi da correre».

Nel corso di quella che è una vera e propria guerra, in Arizona si è anche tentato di legiferare sulla caccia all'immigrato. La SB 1070, ideata dalla governatrice Jan Brewer e subito contrastata da Obama - che ha però poi stanziato 2 miliardi di dollari per la difesa del confine - autorizza la polizia a trarre in arresto chiunque desti il sospetto di essere clandestino. Questa legge, risultata troppo dura, è stata emendata dall'Arizona House Bill 2162, che l'ha stemperata.

Lo Stato dell'Arizona è famoso anche per Joe Arpaio, sceriffo della contea di Maricopa, auto-definitosi «il più cattivo d'America». Con le sue posse , vere e proprie bande di volontari che danno la caccia agli immigrati, Arpaio semina il panico tra gli ispanici illegali presenti in Arizona. A far capire quale sia il suo atteggiamento verso gli immigrati clandestini, c'è il fatto che lo sceriffo più temuto d'America è noto anche per aver contestato il certificato di nascita di Obama.

Uno Stato col pugno di ferro, l'Arizona, che

colleziona antipatie a livello internazionale ma si impegna a mantenere la sicurezza dei confini del proprio Paese. Un esempio da seguire? Di sicuro siamo lontani dall'Italia, dove le frontiere sembrano non avere guardiani.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica