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Utero in affitto, lo spot vietato tra i filmati web per bambini

Utero in affitto, lo spot vietato tra i filmati web per bambini

Quanto vale una vita? Per la BioTex fanno 49mila e 900 euro, non si sa se Iva compresa. Lo spot della società Usa promette il pacchetto completo della maternità surrogata per Vip. Una pratica che, in teoria, in Italia è vietata dalla legge. Ma secondo la denuncia dell'associazione Loro prima di Noi, che si propone di tutelare i diritti dei bambini mettendoli «prima» dei desideri degli adulti, «evidentemente non esiste legge e si fa quel che si vuole».

La polemica sui social scoppia proprio nel giorno in cui il vicepremier Matteo Salvini dice che bisogna tornare alle parole mamma e papà sui documenti, suscitando un vespaio tra le associazioni omosessuali e il Pd. Ma la segnalazione sulla pagina Facebook di una mamma racconta un altro obbrobrio. Lo spot (vietato) è spuntato su Youtube mentre la donna guardava su internet una puntata di Masha e Orso, cartone animato russo diventato famosissimo e trasmesso su Rai Yoyo. «La mamma si chiede, e anche noi ce lo chiediamo, come sia possibile ciò, dato che in Italia è proibita la pubblicità della maternità surrogata», dice il post di denuncia. La risposta? «Esiste una sola legge, quella del business - dicono dall'associazione Loro prima di noi -: se va bene al business, allora è anche etica, morale e permessa. In nome del business e del liberismo sfrenato l'occidente ha distrutto tutti i suoi valori morali. Non resta che il vuoto, il nulla, una civiltà morente, il cui ultimo atto sarà mercificare la vita umana e distruggere la genitorialità».

Il tema è quello del riconoscimento dei figli di coppie gay concepiti all'estero con la maternità surrogata. Sempre più sindaci di centrodestra - l'ultimo è quello di Sesto San Giovanni - non vogliono riconoscere all'anagrafe i bambini concepiti all'estero con pratiche vietate in Italia, come l'utero in affitto. Contrari associazioni gay, M5s e soprattutto Pd - che sul riconoscimento delle coppie gay mise il voto di fiducia (per la prima volta in assoluto su un tema etico) - che invece spingono sul riconoscimento - bypassando la legge - sulla scia di quello che è successo a Milano con Beppe Sala e nella Torino grillina con Chiara Appendino.

Piccola curiosità: la beneficiaria, guarda caso, era un'esponente Pd.

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