La pornostar sta bene in camera non nelle Camere

Scrivo relativamente all’articolo a firma Paolo Granzotto «Ma chi ha ammazzato scenda dalla cattedra». Concordo pienamente su tutto, ma mi permetto una domanda che esula dal tema principe: Lei afferma che tra la fila del Partito Radicale ha militato, tra gli altri, Cicciolina. È vero, ma non mi risulta che la famosa pornostar abbia mai ucciso nessuno né si sia mai proclamata perseguitata politica. Mi pare che si sia limitata a mostrare un seno in aula, seno peraltro gradevole alla vista. Quindi, che c’entra? Mi permetto di comunicarle che provo una sensazione di generalizzazione che non mi aspettavo da lei, sempre molto preciso. Solo per precisazione. Con stima.

Mi scusi, caro Sacquegna, ma le pare che io, come chiunque altro d’altronde, possa pensare a Cicciolina come a una brigatista rossa o una terrorista di Prima linea? Nell’inciso al quale lei fa riferimento indicavo un paio di oltraggiosi sberleffi dei Radicali alle istituzioni e, fra quegli sberleffi, l’elezione a parlamentare di Ilona Staller. Ottima persona, Cicciolina e, come lei ben dice, dotata di attributi muliebri gradevoli alla vista. Ma pur sempre una pornostar, e fra le più attive, ai tempi. Va bene - cioè va male, ma faccio tanto per dire - il relativismo, ma ci sono certi mestieri, certe occupazioni non esattamente rispettabili. Rubare, ad esempio. Per come la s’intende oggi, il rubare conta certamente in una sua «cultura» che è poi la «cultura» dei ladri. Eppure, non riesco a percepire una qualche onorabilità nel furto, nemmeno nella versione da taluni assai apprezzata dell’«esproprio proletario». La giri come vuole, caro Sacquegna, ma lo stesso può dirsi per quella attività che è la pornografia.
Non è questione d’esser bigotti, ma lei spingerebbe una figlia alla carriera di pornostar? Sarebbe orgoglioso dei riconoscimenti che eventualmente le tributassero nel buio dei cinema a luci rosse per questa o quella particolare prestazione? Non credo. Ecco perché quella di Marco Pannella di catapultare Cicciolina nell’aula di Montecitorio, sull’onda non di particolari competenze o virtù civiche, ma facendo leva sulle sue molto ostentate grazie e le sue performance di diva del cinema pornografico, fu una canagliata. La scelta oltraggiò le istituzioni e facendo il giro del mondo calò un altro carico sul tavolo della già non edificante immagine e quindi dell’opinione che all’estero si ha dell’Italia. Lo stereotipo lo conosce: Paese di Pulcinella, pizza e mandolini, mafioso, che cambia sempre alleato nel corso di una guerra, dove fatta la legge si trova subito l’inganno, specializzato nell’arte non proprio lusinghiera dell’arrangiarsi...

A quei segni particolari della nostra identità s’aggiunse, ahinoi, il Paese che elegge a rappresentante del suo popolo una Cicciolina, che affida il potere legislativo nelle mani di una pornodiva. E poi, caro Sacquegna, ci lamentiamo se il Brasile ci tratta a pesci in faccia? Se la Francia ci prende sprezzantemente per i fondelli? Se quella snob di Carla Bruni in Sarkozy ci fa marameo?
Paolo Granzotto

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