La legge regionale sulle case popolari arriva al primo esame, alla prova dei fatti. E scatena subito le polemiche. La commissione incaricata di stilare le graduatorie e di assegnare gli alloggi non esiste più, non cè più un magistrato che sovrintende le scelte e che dà almeno una sensazione di garanzia. Inevitabilmente le nuove graduatorie vengono contestate. Prima ancora di essere rese note. Sì, perché tra i misteri del nuovo corso, cè anche quello che qualcuno sa già di avere o di non avere ottenuto la casa popolare dal Comune, quando le graduatorie non sono state ancora pubblicate. «Vivo in casa con mia mamma di 80 anni, invalida al 100 per cento, senza accompagnamente, e con una figlia di 16 con problemi alimentari - denuncia la signora Nicoletta, che chiede di mantenere lanonimato per paura di non avere mai più un alloggio -. Sono sotto sfratto e avevo mandato la raccomandata come da bando del settembre scorso. Una decina di giorni fa sono andata a vedere in Comune che fine avesse fatto la mia domanda, chiedevo il numero di protocollo della mia pratica. Limpiegata mi ha risposto che intanto non rientravo nellassegnazione».
Una situazione che non stupisce Aldo Praticò, capogruppo di An in Comune, ma che aumenta la sua decisione nel portare avanti la battaglia. «Stanno accadendo cose gravissime - parte subito allattacco -. Il caso denunciato da questa signora non è neppure lunico. Un cittadino di origine siciliana mi ha detto che quando è andato a presentare la domanda per la casa, laddetto dellufficio, vedendolo molto scuro di carnagione, gli ha chiesto se fosse extracomunitario. Perché? Ci sono trattamenti differenti, corsie privilegiate per gli extracomunitari? Il fatto è che questo nuovo sistema è gestito da sei dipendenti comunali, dellufficio alloggi, che fanno tutto da soli, a cominciare dalle graduatorie, che non vengono sottoposte a vigilanza. Se cè un errore, anche in buona fede, un cittadino può saltare dalla testa al fondo della graduatoria o viceversa. E nessuno può farci nulla».
Lattacco di Praticò riguarda anche il fatto che il bando per ottenere lalloggio resta aperto ogni anno da settembre a dicembre. «E se uno si ritrova sfrattato a gennaio che fa? Deve aspettare lanno successivo? - si domanda il capogruppo -. Senza contare che, chissà come, quando cè qualche caso che finisce sui giornali, il Comune ha sempre un alloggio pronto dove sistemare la famiglia. In altre situazioni le case non ci sono mai». Lesponente di An è deciso ad andare fino in fondo. Sta raccogliendo casi concreti, denunce di singole persone che aspettano una casa da anni e che non trovano mai posto nelle liste del Comune. E non ha dubbi.
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