Prodotti dedicati per dare più valore ai patrimoni

Il private banking è quella parte del business bancario che si rivolge ai «paperoni» d’Italia, ai clienti più ricchi e sofisticati, tipicamente imprenditori, manager, dirigenti, uomini dello sport e dello spettacolo che chiedono al proprio istituto di credito un servizio realmente tagliato su misura. Di capire e risolvere, in pratica, tutte le proprie esigenze, comprese quelle eventualmente legate all’azienda di famiglia. Un servizio a tutto tondo, in cui si fronteggiano in primo luogo le maggiori banche commerciali del Paese (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps) che hanno creato divisioni apposite e le grandi realtà cooperative come Ubi Banca, il Banco Popolare o Bipiemme. Oltre ad alcuni alcuni big creditizi esteri, a boutique specializzate (come Banca Profilo) e a realtà del risparmio gestito come Fideuram, Mediolanum e Azimut in una corsa all’eccellenza che culmina con il family office.
Questo tipo di banca ha solitamente due distinte divisioni principali: il private banking vero e proprio e il corporate banking. Storicamente, il private banking è conosciuto nella sua accezione di servizio esclusivo, disponibile prettamente per gli individui con un profitto molto alto e/o con elevata liquidità (solitamente oltre il milione di euro) anche se poi è possibile aprire conti di questo tipo anche con importi minori rispetto al tetto stabilito per poter accedere al servizio.


Il private banking solitamente propone ai suoi clienti servizi e prodotti dedicati alle loro specifiche esigenze come management patrimoniale, prodotti di risparmio e consulenza sugli investimenti, pianificazione successoria, gestione del patrimonio artistico e immobiliare e tax planning.

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