Gigi Proietti è un grande attore. Di più, un mattatore, e non lo scopriamo noi. Da anni imperversa sulla scena e la domina con consumato mestiere. Non è più giovanissimo, ma è ancora pieno di vigore e ciò dimostra che l'età anagrafica non è decisiva ai fini del rendimento di un artista. L'ultima performance dell'istrione romano riguarda una serie televisiva trasmessa dalla Rai generalista. Titolo: Una pallottola nel cuore. Diciamo subito che il programma non offre una sceneggiatura memorabile, non fa venire i brividi agli spettatori né regala spunti di riflessione.
Al contrario le vicende narrate sono banali eppure si seguono con piacere grazie alla prestazione costantemente brillante di Proietti. La sua è una recitazione impeccabile, idonea a conferire allo spettacolo un clima familiare che mette a proprio agio, e talvolta diverte, chi la guarda a scopo digestivo. Segnaliamo che le puntate girano completamente attorno a Gigi, il quale interpreta il ruolo di un vecchio cronista specialista nella riesumazione di gialli irrisolti, non un fenomeno, bensì una persona normale, talmente normale anche nei rapporti coi propri cari che il grande pubblico si identifica con lui, partecipando alla sua vita ordinaria e segnata da piccole cose domestiche, tipiche della famiglia media.
La bravura dell'attore si manifesta in ogni scena che egli riesce a rendere frizzante col suo modo di fare spontaneo e sempre convincente. Nella mediocrità dell'insieme, quest'uomo con alle spalle una lunga carriera, ha la capacità non ostentata di colmare le lacune tecniche delle figure che gli ruotano attorno, attori che non è improprio definire di seconda fila. Cosicché la fiction non ha mai momenti di cedimento e si svolge, nonostante i ritmi blandi, con notevole gradevolezza.
Siamo di fronte a un prodotto televisivo di buona fattura, all'altezza di intrattenere per oltre un'ora qualsiasi abbonato senza annoiarlo. Viene però spontaneo domandarsi: se Una pallottola nel cuore non si avvalesse di un Proietti ispirato sarebbe davvero mortale, quantomeno manderebbe in coma la folla di utenti sintonizzati sulla Rai? Crediamo proprio di sì. Il che ci fa venire un sospetto: i dirigenti dell'emittente sapevano in partenza che l'inconsistenza del soggetto non avrebbe influito sull'audience, ed erano consapevoli che per ottenere successo era sufficiente puntare su Gigi, un maestro nel tenere i fili del racconto conferendogli lo spirito giusto per appassionare coloro i quali, non potendone più di talk show ripetitivi e sciapi, si rifugiano in telefilm seriali di sicuro effetto sedativo.
Il desiderio di evasione nella gente è difatti crescente, come si evince dai risultati raggiunti da Don Matteo e dal Commissario Montalbano, due programmi che resistono al logorio del tempo e conquistano platee sempre più vaste ed
entusiaste. Sulla scia del prete tuttofare e del poliziotto furbo ma molto umano, va forte anche Una pallottola nel cuore e siamo curiosi di verificare fin dove arriverà. Complimenti a Proietti e a chi lo ha rispolverato.
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