Quando il nostro cuore ha un ritmo anomalo

Quando il nostro cuore ha un ritmo anomalo

Anche per le aritmologie, Asl 3 Genovese è del tutto autosufficiente a provvedere ai bisogni degli utenti. Tre strutture funzionano a pieno ritmo ormai da anni e rispondono alle richieste provenienti dall'intero territorio.
A spiegarci cosa si intende per aritmia è il dr. Massimo Zoni Berisso, responsabile della struttura semplice in funzione presso l'Ospedale Antero Micone di Sestri Ponente.
«L'aritmia è una anomalia del ritmo cardiaco a causa della quale il cuore batte molto più lentamente o molto più velocemente rispetto alla norma.
«Nel primo caso l'inconveniente viene ovviato posizionando un P. M. nel secondo caso, la situazione più complicata va affrontata in modi differenti, a seconda della qualità dell'aritmia, o applicando un defibrillatore, o procedendo direttamente ad una terapia interventistica che si chiama “ablazione”.
«Gli Ospedali nei quali vengono impiantati i defibrillatori ed i pace maker sono tre: PA Micone di Sestri Ponente, Villa Scassi di Sampierdarena e Gallino di Pontedecimo.
Per quanto riguarda le ablazioni delle aritmie, il discorso di restringe ai soli due ospedali di Sestri e di Sampierdarena.
«L'intervento consiste nel “mettere fuori uso” una microscopica parte del cuore dalla quale partono gli impulsi elettrici che creano le condizioni per l'aritmia; tecnica del tutto innovativa che risolve il problema alla radice.
«Si introduce all'interno del muscolo cardiaco uno speciale catetere che arriva proprio nel punto da dove nascono le aritmie. - spiega il dott. Zoni Berisso - Aiutati da un sistema di elaborazione dei dati, riusciamo a costruire una mappa di struttura anatomica che viene sovrapposta a quella reale. Individuato il punto incriminato, eroghiamo energia elettrica, neutralizziamo la sede dell'aritmia ed il problema è risolto».
L'importanza di questa nuova metodica per l'eliminazione delle aritmie, emerge nella sua totalità dai dati statistici che parlano chiaro.
La fibrillazione atriale colpisce il due per mille della popolazione, ma arriva a superare il 10 % tra gli ultra settantacinquenni, dove le aritmie costituiscono rischio di morte improvvisa. «La più pericolosa è proprio la fibrillazione ventricolare - precisa Zoni Berisso - che può portare alla morte improvvisa, a meno che non si impianti un defibrillatore o, ancor meglio se possibile, venga praticata l'ablazione».


In tutti questi casi, come sempre, importantissima è la funzione dei medici di famiglia che inviano la maggior parte dei pazienti trattati nei centri aritmologici.
«Nel giro di un paio di giornate di ricovero- conclude il responsabile del Centro - i pazienti vengono esaminati, trattati ed escono lasciandosi alle spalle il loro problema ormai risolto».

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