«Quante insidie per una serata ad Euroflora»

«Quante insidie per una serata ad Euroflora»

Storia e peripezie di due coniugi anziani, rispettivamente 75 anni lui - 65 anni lei. La sera di mercoledì 27 aprile 2011, siamo andati a visitare «Euroflora 2011».
Ore 18, coda per entrare nel parking, oltre 10 minuti sulla corsia di corso Italia in attesa di superare l’addetto a prendere i soldi e consegnare il ticket da esporre sull’autovettura. Un solo addetto, bastava che arretrasse 10 metri per evitare che le auto occupassero la corsia di pubblico scorrimento. Pagato 12 euro il parcheggio per una visita potenziale di tre ore, troviamo il piazzale quasi completamente libero. Ci avviamo verso la biglietteria e sulla nostra sinistra lato mare, vediamo una specie di discarica a cielo aperto. Giunti alle biglietterie, circa 500 persone in coda, e solamente 3 sportelli e/o casse aperte.
Alla richiesta di parlare con un responsabile, la risposta è stata che a quell’ora non c’era alcun responsabile presente. A forza di far sentire i lamenti di tutti coloro che erano in coda da oltre mezz’ora, vengono aperte altre 3 casse ma, proprio quella che stavamo per raggiungere improvvisamente chiude la saracinesca. La causa che ha determinato la chiusura della cassa è stata: «L’apparecchio per il bancomat improvvisamente non funziona più». Osservazione del popolo bue in attesa: «Ma chi se ne frega dell’apparecchio per il bancomat o carta di credito, paghiamo in contanti». Niente da fare, la cassa rimane chiusa e dopo altri 10 minuti finalmente possiamo pagare i nostri 16 euro a persona e finalmente la mostra è nostra.
Alle ore 19.40 la visita comincia così, tutto meraviglioso, ineguagliabile.
Palazzo dello Sport, tramite scala mobile saliamo a al terzo girone: che spettacolo, che colpo d’occhio!
Abbiamo necessità di usufruire dei servizi igienici, proprio puliti a dovere, tenuti in ordine, nessuna osservazione. Decidiamo di scendere e la fortuna ci pone di fronte ad un ascensore, ci avviciniamo rilassati... Sorpresa... Cartello «Fermo per manutenzione». Per il tempo che siamo rimasti all’Euroflora, nulla da notare in negativo, ad eccezione che qualcuno alle 21.30 cominciava a chiudere e che altri innaffiavano le piante in esposizione costringendo i visitatori a passare alla larga (orario di chiusura ore 23!).
A proposito abbiamo acquistato 10 piantine di Dionaea ci hanno detto che sono carnivore e che mangiano anche le zanzare. Speriamo bene!
E speriamo che i giornali cui ci rivolgiamo pubblichino la presente per il futuro della Fiera di Genova che ha al suo attivo soltanto due fiere importanti: la Nautica ogni anno ed Euroflora ogni 5 anni. Per il resto, vedi Milano - Verona - Bologna - Modena ed altre, che in continuazione ospitano manifestazioni fieristiche sempre più importanti e svariate...

mentre per la Fiera di Genova nulla di nuovo ed importante, sicuramente continua e prospera il tradizionale carrozzone, polivalente, avanti c’è posto!
A proposito, a chi piace a chi interessa la cosiddetta «Rambla» (sic) appiccicata nella parte alta di via Venti Settembre? Quanto è costata, quanto ancora ci costerà?
La si terrà come coraggioso emblema permanente del «bello»? Quale la prossima iniziativa per educare il buon gusto dei cittadini genovesi?
Confidiamo nell’indispensabile aiuto della stampa e parafrasiamo quanto scrisse Jefferson, il secondo presidente degli Stati Uniti d’America: «Ad un governo senza stampa preferisco la stampa senza governo».
Ci riserviamo di segnalare altre brutte realtà che puniscono «La Superba».

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