Quegli spendaccioni dei nostri cineasti

Pochi drammaturghi italiani hanno la mostruosa capacità di rigenerarsi come Enzo Moscato. Il quale, sia che si presenti con copioni nuovi di zecca sia che decida di riprendere alcuni dei suoi successi d’antan, dimostra di possedere una creatività sulfurea e abnorme al punto di tramutare il revival in commosso commento al testo che stiamo rivedendo sia con gli occhi di ieri che con gli occhi di oggi. È quanto accade in Pièce noire, un testo dell’85 che all’epoca fece molto scalpore nell'edizione fin troppo asettica di Chérif. Che, in tono morbosamente didascalico quasi si trattasse di un Brecht lavato alla rabbiosa roggia di Genet, ci mostrava il sottofondo acre e maledetto di una Partenope sede del delitto contro la specie ricorrendo ai toni aulici di Marisa Fabbri. Ora Moscato, accogliendo l’invito di Napoli Festival, rimette personalmente in scena il copione che gli diede fama di artista originale ed estroverso ricorrendo a un ricchissimo vocabolario di segno opposto. Con una Signora, trasparente evocazione, ma al vetriolo, della Madame Irma protagonista del Balcon divenuta non solo tenutaria ma ape regina di un bordello di trans. Una matriarca che, nella propria smagata e perversa volontà di redenzione, prepara all’uso e all’abuso di un pubblico che non incontreremo mai l’angelica figura dell’efebo Desiderio. Prima che quest’ultimo, come in un Malaparte invertito di segno, le si rivolti contro in un allucinante scontro di coscienze svilite e tradite. Rivelandosi un portato della sua ignobile volontà di potenza prima che le paratìe di questo assurdo castello di carte le crollino attorno rivelandole la sua autentica natura di demone. In una scena striata da violenti contrasti rosso fiamma che si apre davanti a noi come un interno del Magnasco svelando a vista i dannati del suo e del nostro inferno.

In uno spettacolo di grande impatto evocativo che, avvolto dalle musiche esoteriche e graffianti scelte da Polanski a far da sottofondo a Rosemary’s baby, ci emoziona e ci avvince grazie all'impatto di un'ispirata Lucia Poli alla quale, con grande intensità, si oppone la dolce Valentina Capone attorniata dal doloroso canto fermo di Maria Luisa Santella.

PIÈCE NOIRE - di Enzo Moscato. Napoli Festival, regia dell'autore. Fino al 21 giugno.

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