Obiettivo centrato. Ci si aspettava il 22 per cento con 5/6 milioni di telespettatori e così è stato (22,42 e 5 milioni 607mila). Tutto sommato, un buon risultato in una serata difficile, fitta di alternative. Altro che «suicidio artistico» di Checco Zalone. E altro che show brutto che «vorremmo non aver visto». Ormai l’arroganza di certi maestrini e di qualche rosicone del web (un blogger dell’Espresso) stupisce sempre meno. E continua a essere fuorviante il confronto forzato con Fiorello, vero blockbuster della stagione tv. Se si vogliono mettere tutte le erbe in un fascio, liberi di farlo. Ma si tratta di un’operazione molto maliziosa.
Paragonare Luca Medici con Rosario Tindaro è come mettere a confronto Pato e Ibrahimovic. Un giovane di talento, ma ancora emergente, con un fuoriclasse completo, praticamente un mostro sacro. Tra i due ci sono venti punti di share, è vero. Ma anche diciassette anni di differenza. E qualcosa vorrà pur dire. Il repertorio e la capacità di tenere la scena per tre ore sono conquiste che si fanno col tempo. E poi c’è ancora un’altra differenza che certi critici improvvisati non hanno colto o, più probabilmente, non hanno voluto cogliere. Mentre Fiorello ripropone, pur aggiornandolo, il miglior varietà che soddisfa il grande pubblico da Brescia a Catania e dai quindicenni ai settantenni, Zalone opera una scelta di campo, avventurandosi sul terreno scivoloso della volgarità e del teatro comico. In altre parole, se Fiorello è l’artista delle larghe intese, Zalone è un comico provocatorio. In un certo senso più assimilabile a Maurizio Crozza. Il quale, peraltro, venerdì, con la quarta puntata del suo rodatissimo Italialand, forte di uno zoccolo duro di habitué, gli ha tolto il 9% di share (2 milioni e mezzo di telespettatori).
Bene, fra i due spettacoli di Raiuno e Canale 5 c’è solo una caratteristica in comune. Ed è la voglia degli artisti di giocare con il pubblico dello studio. Al parterre di vip e celebrities della tv e del cinema de #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend, Zalone ha opposto ironicamente il suo formato dai dirigenti di Mediaset «che paga» e dalla gente umile. «Eccola qui: una fisioterapista, un ginecologo, un falegname, un idraulico. Gente che lavora in nero, perché, se uno ha i soldi non lo dichiara...». Per il resto, le differenze sono notevoli. Come tra uno champagne e un buon vino rosso. Fiorello indossa lo smoking, Zalone il dolcevita. Fiorello pratica l’eleganza, Zalone sfiora il turpiloquio. Fiorello monologa su genitori e adolescenti, Zalone su Milano che «all’inizio è grigia e cupa, ma dopo ti abitui». Fiore strizza l’occhio ai cinquanta-sessantenni lasciandosi andare al revival dei Bee Gees e Carosone. Checco storpia Tiziano Ferro e, nello strepitoso Maremoto a Porto Cervo, maltratta Jovanotti, Carmen Consoli e Vasco Rossi per divertire gli under quaranta. Insomma, uno show sofisticato da una parte. Uno spettacolo sperimentale e un tantino arrischiato dall’altra. Non è un azzardo la caricatura di Michele Misseri, trasformato in un confuso concorrente di Cotto e mangiato, usato per tentare una satira della tv del dolore, da Porta a Porta a Matrix? E non è politicamente scorretta la parodia di Roberto Saviano, maître à penser costretto all’astinenza sessuale dai «rifiuti a Napoli» perché «a Napoli la f... la gestisce la camorra»?
Certo, alcuni personaggi e alcune gag sono ancora da limare. E qualche battuta risulta fin troppo greve. Come quando Cassano dice al figlio: «Studiare è come andare al bagno, alla fine un pezzo di carta serve sempre» (però qualche incontentabile - Marco Giusti per Dagospia - sostiene che nello show mancano le parolacce). Insomma, il rischio va riconosciuto. Non a caso, «coraggio» è stata la parola più usata per spiegare «Resto Umile World Show». Sull’argomento, prima di pontificare, rivedersi la telefonata nella quale Cassano dirotta a Berlusconi una mignotta ventiduenne perché lui, da neopapà, ha deciso di mettere la testa a posto.
Oppure riascoltare quella in cui, tramite Piersilvio, Zalone invita il padre a incontrarlo durante il nuovo tour in qualche città, «se magari lui è in zona per qualche processo». Per la cronaca: eravamo su Canale 5 e forse può bastare.Ps. Domani Fiorello avrà ospiti Benigni e Jovanotti. Si scommette sul 45% e oltre.
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