Quel filo eversivo che lega Grecia e Italia

Gian Marco ChiocciPatricia Tagliaferri

Roma In una lettera scritta nel carcere di Thiva nel marzo del 2011 Olga Ikonomidou «augura buon viaggio a quelli che scelgono i difficili, ma pieni di avventure, sentieri della negazione, della rinuncia, della rivoluzione». Ed è a lei, la «sorella» anarchica greca della Ccf (Cospirazione Cellule di Fuoco) che si è ispirato, tanto da prenderne in prestito il nome, il gruppo che ha gambizzato il manager dell’Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi. Il primo della lista. Altri sette attentati arriveranno, uno per ogni «compagno» rinchiuso nelle prigioni greche, come scritto nel documento di rivendicazione firmato appunto «Nucleo Olga». Si tratta di Georgios Nikolopoulos, Christos Tsakalos, Panayiotis Argyrou, Gerasimos Tsakalos, Michails Nikolopoulos, Haris Hatzimichelakis, Damiano Bolano considerati dalle autorità greche membri della Ccf, collegate al Fronte Rivoluzionario Internazionale di cui fa parte la Fai (Federazione Anarchica Informale). I nomi dei primi quattro compaiono anche nelle carte dell’inchiesta bolognese sul pacco bomba spedito dalla Grecia a Silvio Berlusconi a novembre 2010 che costrinse un aereo della Tnt ad un atterraggio di emergenza.
Il collegamento tra anarchici italiani ed ellenici è sempre stato fortissimo e per questo gli esperti dell’Antiterrorismo stanno esaminando documenti criptati, alcuni nascosti nel web, dove spesso vengono postate comunicazioni dal carcere e messaggi interni di discussione. Oltre a quelli trovati nel corso delle perquisizioni alla ricerca, tra le righe delle farneticazioni degli aspiranti rivoluzionari, di un link che porti agli attentatori di Genova. È sempre stata notevole anche la presenza di anarchici greci nelle nostre manifestazioni più importanti, da quelle del 2001 per il G8, a quelle no Tav fino a quelle dell’ottobre scorso a Roma sfociate negli scontri di piazza San Giovanni. Si è parlato addirittura di «trasferte» in Grecia di black bloc per andare ad imparare dai compagni ateniesi i segreti della guerriglia urbana. Il legame tra le due galassie era evidente già nel 2003, quando vennero fatti recapitare ordigni esplosivi ad autorità Ue, tra cui l’allora presidente della Commissione, Romano Prodi. Tanto che gli inquirenti italiani spedirono ai colleghi greci gli atti di quell’operazione. Un’altra prova dell’asse Italia-Grecia è l’invio dal nostro Paese di un plico esplosivo recapitato il 12 dicembre 2011 all’ambasciata greca di Parigi e anche il pacco bomba trovato all’ambasciata greca a Roma. Nell’agosto 2011 gli attivisti della Fai annunciarono di avere nel mirino obiettivi greci in Italia, e nello stesso anno in Grecia si rinnova la memoria, con attentati o messaggi, di due anarchici piemontesi suicidi in carcere dieci anni fa, Edoardo Massari e Maria Soledad. Altro punto di riferimento per gli ellenici insurrezionalisti è l’italiano Alfredo Bonanno, ritenuto il massimo teorico dell’anarco-insurrezionalismo. I proclami degli anarchici greci sono sintetizzati così nelle rivendicazioni da tempo in mano della Digos: «Siamo nemici delle leggi, del potere, della polizia, dei giudici, delle carceri e più in generale di questa civilizzazione di sottomissione e compromesso». Lamentano la scomparsa di molti gruppi e «compagni della nuova guerriglia urbana». Ma dall’altra parte, osservano, «c’è un importante tesoro di esperienza» e la «memoria comporta anche prospettiva».

«Questo che è cominciato 4 anni fa in Grecia - scrivono - ora va diffondendosi a livello internazionale». Una rete cospirativa «che appoggia e promuove i principi e i valori della Fai e del Fri (Fronte Rivoluzionario Internazionale) e si estende nelle città del mondo». Genova è solo l’inizio. Avanti il prossimo di sette.

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