nostro inviato ad Appiano Gentile
Quasi una conferenza da fulminato, pacata, atonica, alla Spalletti. Per sentire Mourinho ieri occorreva il massimo silenzio, domande in linea con latmosfera, risposte di circostanza, spunti zero, attacchi frontali pure, unica variante una battuta sul Chelsea, peraltro concessa svogliatamente: «Occhei, ora affronterò i miei ex giocatori, i miei ex tifosi, nel mio ex stadio. Ma come professionista penso a questa partita come a una con il Manchester United, lArsenal o unaltra squadra. Ora voglio che lInter si concentri sulla Lazio, poi sul ritiro in Arabia, poi a gennaio sulla ripresa del campionato e quindi sulla Coppa Italia. Il Chelsea quando arriva, arriva, mi sembra fra due mesi...».
Alla Lazio invece ha dato un ultimatum: «Non sbagliamo mai due volte di fila», con chiaro riferimento alla Supercoppa lasciata inopinatamente a Pechino questa estate: «Se giochiamo e dominiamo come in quella partita, i tre punti non ci possono sfuggire». Fine delle trasmissioni, per fortuna nessuna domanda retrodatata, nessuna questione di mercato, niente di niente. Forse non era neppure Josè quello che ieri scambiava auguri e sorseggiava spumante fra i giornalisti.
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