Cronaca locale

«Ragazzi incapaci di fare amicizia se non usano droghe»

Dal clima che si respira in classe, ai fenomeni di bullismo, dal problema della droga a quello dell’alcol, e poi ancora anoressia, bulimia, Aids e contraccezione. Nessun tema è trascurato nel questionario redatto dal dipartimento Prevenzione dell’Asl Milano 2 e sottoposto ai presidi di tutte le scuole secondarie superiori di primo e secondo grado del comprensorio territoriale. Un progetto nato per monitorare lo stato di salute delle scuole milanesi e di conseguenza quello degli studenti e dei docenti e che coinvolge un centinaio di istituti (70 scuole medie e 30 superiori). I dirigenti scolastici sono interrogati su quali sono i mali della propria scuola riguardo alla salute dei ragazzi e quali sono (se ci sono) i progetti per educare i giovani a stili di vita sani. Secondo l’ultimo rapporto riguardo alle dipendenze dell’Asl Milano 2, il 33,5 per cento degli studenti di scuola superiore dichiara di fumare regolarmente, il 34 per cento confessa di usare cannabis, il 5,6 per cento di aver provato almeno una volta la cocaina. Correre ai ripari non serve più. «Le scuole ci chiamano per curare le emergenze - spiega Maria Vezzoni, dirigente medico e responsabile del progetto -. Se vogliamo aiutare i ragazzi dobbiamo giocare la carta della prevenzione. E dove se non a scuola che è il luogo dove passano la maggior parte del tempo?». Intanto si parte con un’indagine conoscitiva. Tra le domande: i docenti fumano a scuola? Il disagio dei ragazzi è monitorato? La scuola ha sostituito gli snack con verdura e frutta? Nove i capitoli sui quali i dirigenti sono chiamati a rispondere: alimentazione, dipendenze, educazione sessuale, bullismo, sicurezza, attività fisica, igiene e anche salute orale. Gli uffici prevenzione dell’Asl vogliono sapere se nelle scuole vengono «trattati i temi sull’Aids», ma anche se «i bagni pubblici sono tenuti in ordine con sapone e asciugamani a perdere», se «vengono date informazioni sulle contraccezioni», e se «viene monitorato il fenomeno del bullismo».
I problemi dei giovani nella fascia d’età che va dagli 11 ai 19 anni sono diversi: «Fumo, alcol, droga e alimentazione - spiega ancora Vezzoni - ai quali si aggiunge il problema sempre più serio dell’incapacità di socializzare. Ci troviamo davanti ragazzini che se non sono sotto l’effetto di droghe o alcol sono incapaci a gestire e coltivare rapporti di amicizia con i coetanei». Diventa decisivo il ruolo degli insegnanti. «E questo è un punto debole - continua la responsabile del progetto -. I docenti, parlo della maggior parte e non delle singole rare eccezioni, sono impreparati. Più si sale nel grado dell’istruzione più diventa evidente il problema. Nella scuola dell'infanzia e nella primaria troviamo insegnanti ancora attenti alla persona e allo sviluppo globale. Non così nei gradi successivi. Nelle scuole secondarie gli insegnanti si sentono deresponsabilizzati da questo tipo di problemi. Ognuno chiuso nel guscio della propria materia.

Come se il loro ruolo fosse solo quello di insegnare nozioni, invece che dare risposte educative».

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