A RAPALLO SERVE UN VERO MENTORE

C’è anche un altro ballottaggio, domenica e lunedì. Oltre a quello che potrebbe far cadere Romano Prodi, affidando ai genovesi un ruolo, un’importanza e un potere benefico che nemmeno nei miracoli più belli. Insomma, scusandomi anticipatamente per l’accostamento blasfemo, per l’occasione, Renata Oliveri è una sorta di madonnina di Civitavecchia. Lei sorride anzichè piangere e, soprattutto, bacia. Sempre più «vasa vasa» al pesto.
Ma, oltre che per la Provincia di Genova, domenica e lunedì si vota anche per il ballottaggio al Comune di Rapallo. E, fatte le debite proporzioni, anche questo è un voto importantissimo. Certo, se il centrodestra perdesse in Provincia e vincesse a Rapallo non cadrebbe il governo un minuto dopo. Ma, insomma, siamo pur sempre di fronte alla seconda città della provincia di Genova, la sesta di tutta la Liguria. E, soprattutto, siamo di fronte a un confronto in cui la Casa delle libertà ha schierato l’uomo migliore che aveva a disposizione, Mentore Campodonico, «una persona perbene», come recita l’indovinato slogan ideato dal coordinatore regionale azzurro Michele Scandroglio per la campagna elettorale. Proprio qui sta il punto: sia Renata Oliveri che Mentore Campodonico sono persone perbene. Per cui spendersi senza doversi chiedere se ne vale la pena.
A Rapallo, poi, Mentore è la persona giusta per svelenire un clima che, negli ultimi tempi è terribile. E per far ripartire la città paralizzata da liti, veleni, personalismi. Per di più, il candidato della Casa delle libertà è stato bravissimo a far cadere il facile giochino che presentava l’ex sindaco sfiduciato Capurro come «il nuovo» e lui come «il vecchio». Niente di più sbagliato: basta leggere la lista degli assessori della squadra di Campodonico per capire che, magari non a Genova, ma a Rapallo sì, c’è una «nuova stagione».
Certo, fa male vedere come - mentre Nicola Costa e Giuseppe Cecconi, due galantuomi esponenti della sinistra rapallese, davano indicazione di astenersi al ballottaggio - le segreterie dei partiti dell’Unione abbiano pesantemente messo i piedi nel piatto delle elezioni di Rapallo: il leader diessino ligure Mario Tullo e il numero uno della Margherita Rosario Monteleone, elettori a Genova e non a Rapallo, hanno pubblicamente appoggiato la candidatura di Capurro. Apparentato, fra l’altro, con Vincenzo Gubitosi, l’uomo (legittimamente e coerentemente, per carità) più a destra di tutta Rapallo.
In questa situazione, ora serve lo scatto di reni finale. Mentore e i suoi devono evitare di sentirsi il risultato già in tasca (e, invece, negli ultimi giorni, c’è stata un po’ questa impressione) e girare come trottole per il paese per convincere gli indecisi. Soprattutto, per far sapere a tutti i propri elettori che domenica e lunedì si vota per il ballottaggio.
Perchè qui sta il punto: stavolta, non serve conquistare voti a sinistra, ma bisogna politicizzare al massimo il voto, portando alle urne tutti i propri elettori, tradizionalmente allergici ai ballottaggi. La battaglia, stavolta, è tutta in casa per convincere a tornare a votare chi l’ha già fatto quindici giorni fa.

Non c’è altra ricetta, nè altra strategia e ogni elettore del centrodestra deve trasmettere il messaggio agli altri. E vale per Mentore Campodonico a Rapallo, così come per Renata Oliveri a Genova che devono battersi per non far rimanere nessuno a casa.
La Casa con la maiuscola e la casa con la minuscola, stavolta, non fanno rima.

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