Ravenna, c’è l’intesa sui finanziamenti

RavennaIl progetto è ambizioso. E oneroso. Ma la «Cittadella della Nautica» di Ravenna si può fare. Con 280 milioni di euro così suddivisi: 225 da investimenti privati, 55 con quattrini pubblici. Ed è già caccia ai fondi perché quest’opera s’ha da fare a ogni costo.
È emerso chiaramente dal convegno, svoltosi mercoledì scorso a Ravenna dal tema: «La Cittadella della nautica, dell’Innovazione e le sei miglia della nautica». Organizzato dall’Autorità portuale, vi hanno partecipato i responsabili dell’Osservatorio Nautico Nazionale, docenti universitari ed esperti. Il progetto, com’è noto, ha superato l’istruttoria al ministero dello Sviluppo.
Via libera quindi - una volta sciolti i nodi finanziari - al sistema integrato per la nautica da diporto che dovrebbe completare le potenzialità dell’attuale distretto nautico romagnolo di Ravenna e Forlì-Cesena. In pratica si tratta della riconversione del dismesso petrolchimico Agip-Sarom e dovrebbe completare il più ampio asse delle «Sei miglia della nautica». Vale a dire: marina turistico, terminal crociere e rimessaggio a secco per piccoli natanti.
In particolare l’insediamento per la nautica si rivolge a grandi e piccoli cantieri, alle attività artigianali e di supporto, alla logistica e alla movimentazione e include spazi per il centro direzionale e commerciale, un centro per l’innovazione e la ricerca.
Inizialmente l’intervento interessava 70 ettari, poi diventati 94 (55 ettari di proprietà Eni, 28 della società Protan-Micoperi-costruzione piattaforme marine). Ai quali si aggiungono altri 5 ettari di aree pubbliche (Autorità portuale e comune di Ravenna) e i 6 ettari di gruppi privati che intendono partecipare all’iniziativa in seguito agli studi sull’indotto e l’indice di redditività proposti.
Il progetto ha preso infatti il via dalla valutazione delle diverse esperienze nazionali in materia di distretti per la cantieristica e la nautica da diporto, seguito poi da un focus locale sulle province limitrofe e su quella di Ravenna, e una ricognizione delle esperienze analoghe di riqualificazione di aree dimesse.
Sulla base e a completamento del master plan l’Autorità portuale di Ravenna si è rivolta all’Osservatorio Nautico Nazionale, cui ha commissionato un’analisi dei vantaggi localizzativi di cui le aziende potrebbero fruire decidendo di insediare la propria attività nella «Cittadella».
L’Osservatorio (nato dall’accordo di enti pubblici e privati che vede Ucina- Confindustria Nautica fra i principali attori) ha fornito un fondamentale supporto alle scelte dei portatori di interessi pubblici, fornendo al contempo gli strumenti di valutazione messi a disposizione degli investitori privati. L’analisi Swot, in particolare, ha messo in evidenza punti di forza e punti di debolezza del progetto per una serie di fattori, per ciascuno dei quali - innovando rispetto ai lavori tradizionali - è stato tracciato un indice di rilevanza per l’attività delle aziende potenzialmente interessate a investire, ricavato da un’analisi campionaria. La valutazione ex ante, invece, ha preso in considerazione le linee strategiche, le priorità, la pertinenza e la fattibilità degli obiettivi fissati.
Sono quindi stati esaminati il quadro macroeconomico, il mercato del lavoro locale, la struttura, la dotazione infrastrutturale del territorio, la coerenza del progetto. Il lavoro si è concluso con l’analisi costi-benefici dell’investimento che, oltre a valutare il tasso di rendimento interno finanziario ed economico, ha incluso anche l’attualizzazione del valore netto economico e finanziario con un tasso di inflazione su quattro ipotesi di variazione basati sui trend del mercato attuale.


Particolare attenzione è stata posta all’analisi di sensibilità, ove, oltre a valutare l’impatto economico e finanziario di eventuali evoluzioni rispetto ai preventivi attuali, l’Osservatorio ha ipotizzato anche eventuali modifiche a seguito di cambiamenti del tasso di sconto e del moltiplicatore economico anche in termini di impatto occupazionale.

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