Venerdì cerano proprio tutti: sul palco dellauditorium di Casa Paganini gremito per loccasione, gli assessori regionali Carlo Ruggeri (Territorio e Urbanistica), Maria Bianca Berruti (Edilizia e Lavori pubblici) e Fabio Morchio (Cultura e Sport) hanno orgogliosamente presentato «Star bene in città», il volume edito dalla Regione Liguria-Dipartimento pianificazione territoriale, che raccoglie e illustra tutti gli interventi di urbanistica realizzati negli ultimi anni sul suolo ligure, allo scopo di migliorare la qualità urbana del territorio con la creazione di spazi pubblici e aree verdi. E effettivamente non si può negare quanto sia suggestiva la nuova passeggiata che conduce alla Lanterna snodandosi sopra i cantieri portuali, suggestiva come il suo costo: un milione e 200mila euro. Unopera che non pareva rientrare tra i bisogni più urgenti di Genova, ma che la Provincia sostiene abbia aggiunto qualcosa alla città, a differenza del criticatissimo slargo di via S.Sebastiano, con la statuetta in bronzo progettato dal noto (per i piani di viabilità) architetto Winkler per la modica cifra di 172.497 euro. Ma se questi numeri appaiono già eccessivi, non sono nulla rispetto ai sette milioni e 750mila euro pagati da Comune e Regione alla Coop 7 per il parco urbano Fiumara a Sampierdarena che, abbandonato ai vandali e al degrado, non è ancora terminato e già presenta i muri imbrattati di scarabocchi a spray, finiture rotte e spazzatura nelle aiuole.
Se si pensa poi a come poteva essere investita la somma di 1 miliardo e 100 milioni di euro spesi dalla Regione per ristrutturare Villa Durazzo Pallavicini a Pegli che, seppur stupenda, non rientrava certo tra le priorità dintervento nelle zone dellestremo ponente cittadino, si ha unidea piuttosto chiara di quanto discutibili e soggettive siano le valutazioni di Tursi e Regione circa gli investimenti urgenti cui destinare i soldi dei contribuenti. Insomma, in città vale la stessa politica urbanistica della campagna: a S.Olcese si spendono 1.620.006.500 euro per ristrutturare Villa Serra, mentre si lascia andare in pezzi il paese, dove vive la gente.La Regione insegna in un libro come «Star bene in città» ma abbandona le delegazioni al degrado
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