In Regione piace la moschea, non il presepe

In Regione piace la moschea, non il presepe

(...) allestito proprio a Montecitorio. Ma se, secondo Bertinotti «il presepe è un modo per ricordare il Natale, rispettoso per chi è credente o no ed esprime un momento che fa parte della storia del nostro Paese», non così la pensano dalle parti di via Fieschi alcuni cattolici apparentemente convinti. È successo ieri mattina nella sala del consiglio regionale quando il vicepresidente della Regione, Massimiliano Costa, si è astenuto nella votazione sulla richiesta di allestire un presepe all’ingresso delle sedi istituzionali della Regione. Costa, rappresentante della Margherita e punto di riferimento per certa parte cattolica dell’elettorato ligure, ha spiazzato tutti con un’astensione che ha fatto concludere la votazione con 11 a favore (tra cui An e Forza Italia oltre a Claudio Gustavino e Michele Boffa della Margherita, stesso partito di Costa), 12 contrari (Ds e Rifondazione e Verdi) e il suo «ni». L’ordine del giorno vedeva primo firmatario Gianni Plinio, capogruppo di Alleanza Nazionale, che per non rischiare di innescare sul presepe una polemica politica, aveva rinunciato a discutere la sua proposta. Il presidente del consiglio Mino Ronzitti, di Rifondazione, dopo aver letto l’ordine del giorno - ricordiamolo, firmato da esponenti della maggioranza e dell’opposizione - lo ha posto in votazione, astenendosi egli stesso dal votarlo. A questo punto la bagarre.
«Sono successe cose strane - spiega Plinio, amareggiato per l’accaduto - per esempio la mia proposta era stata firmata anche da Rosario Monteleone della Margherita, Patrizia Muratore dipietrista, Claudio Paladini della Margherita e Roberta Gasco dell’Udeur. Eppure al momento della votazione i primi tre non erano presenti. Con il loro voto la proposta sarebbe passata».
Non usa mezzi termini Plinio, ricordando anche la signorilità di un Bertinotti, che non è stata presa d’esempio dai suoi compagni di partito genovesi. «È vergognoso - ha ribadito il capogruppo di An - che consiglieri diessini e della sinistra radicale abbiano votato contro l’allestimento di un piccolo presepe in Regione che voleva essere anche un segnale riconosciuto e riconoscibile di distensione e di buoni sentimenti». Non è proprio vero che a Natale tutti si sentono più buoni, visto che i simboli cristiani di pace della natività vengono così snobbati. Plinio continua: «I comunisti per quanto travestiti e camuffati, non si smentiscono mai! È addirittura scandaloso il voto di un riconosciuto “baciapile” come Massimiliano Costa. E direi che non si capisce come mai quelli che con me avevano sottoscritto l’ordine del giorno come Paladini e Monteleone, poi, non si siano visti in aula al momento della votazione». La sinistra regionale ligure è più «antica» di Fausto Bertinotti: il presidente della Camera, infatti, ha chiaramente espresso un’opinione favorevole sull’allestimento del presepe a Montecitorio. I suoi in via Fieschi - solo Ronzitti si è astenuto - hanno detto no. E, in questo caso, per quanto riguarda Costa, chi tace acconsente.
Sul caso è intervenuto anche l’ex presidente della Regione, Sandro Biasotti, che ha commentato l’episodio come «un atto immotivato di aperta ostilità verso una cultura che, come ricordato di recente dal Santo Padre, altro non è che la nostra cultura».

Biasotti era stato il presidente che aveva organizzato la mostra sui più bei presepi della Liguria, visitata da migliaia di persone. «Sono tanto aperti verso le altre religioni - conclude - ma non certo verso quella cattolica».

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