Brutte notizie per Satana, ormai considerato subdolo ispiratore e signore assoluto del mondo virtuale: il più amato, il più popolare, il più cliccato di questo mondo è Gesù. Dagli Stati Uniti, via «New York Times», arrivano i dati della travolgente vittoria, correlati ad una storia modernissima, benché antichissima come l’uomo. Cambiano gli strumenti, cambiano le strade e i linguaggi, ma ancora oggi è così: l’uomo cerca l’amicizia salda e disinteressata di Gesù.
E’ proprio Facebook, il nuovo muretto dove agli umani piace cercare e dispensare amicizia, a ospitare l’inatteso prodigio. Negli ultimi tre mesi, un modesto angolo definito «Jesus Daily», il quotidiano di Gesù, è stabilmente in testa alla classifica degli indirizzi più frequentati: otto milioni e duecentomila adesioni. Come canta Jovanotti: altro che Lady Gaga. Non c’è gara. Incassa pesantemente persino il giovanotto del momento, il cantante Justin Bieber, che in America sta svalvolando moltitudini di ragazzine. Niente da fare: anch’egli ha meno amici di Gesù. A mente serena la classifica non dovrebbe sorprendere nessuno, ma dall’aria che tira ci siamo abituati tutti a pensare che le menti non siano più così serene. Sì, Gesù in testa alle classifiche di Facebook resta comunque una sorpresa bella, rassicurante, persino divertente.
Ci vorrebbe un amico. In certi momenti, ci vorrebbe un amico: quando le cose vanno male, ma anche quando le cose vanno bene. Per piangere su una spalla, per trovare un poco di consolazione, per condividere gli attimi di inattesa felicità. E’ questa la convinzione che spinge un medico dietologo del Nord Carolina, Aaron Tabor, 41enne figlio di un pastore (d’anime), a provare timidamente l’impresa. Dal 2009 è abituato a vendere via Internet i suoi libri sulla buona alimentazione, improvvisamente decide di dispensare qualche buon consiglio per alimentare anche l’anima. Separando opportunamente le due cose, apre una pagina Facebook riservata a Gesù. Senza saperlo, sembra lo strumento di un disegno divino. Non appena comincia a mandare in rete brevi citazioni evangeliche, il suo amico Gesù ri-comincia a irradiare l’immutabile fascino: persino qui, nel regno oscuro e ambiguo di Internet, dove i virus del male sembrano muoversi e proliferare nell’ambiente più fertile. Ma in fondo non è cambiato nulla: come allora, Gesù provoca e scuote proprio in queste realtà, nelle frontiere del caos mondano, là dove l’uomo perde facilmente la strada e rischia di smarrirsi nel nulla. Milioni di giovani e di anziani chiedono la sua amicizia: negli ultimi tre mesi, oltre otto milioni. Un record. E il legame non si ferma alla semplice adesione d’affetto: con 3,4 milioni di messaggi, commenti, interventi nella sola ultima settimana, il quotidiano di Gesù straccia tutti quanti anche nella particolare classifica della interattività, il tremendo vocabolo (questo sì chiara opera di Lucifero) che rappresenta il dialogo e la partecipazione, ben più significativo del banale contatto.
«Volevo solo aiutare la gente con qualche incoraggiamento», spiega adesso il dietologo dell’anima, travolto da imprevedibile successo. Cinque o sei pillole al giorno, tratte direttamente dal messaggio bio di Gesù. «Strada facendo, sono arrivate persone che combattono contro il cancro, che lottano per tenere unito il proprio matrimonio, che cercano di riaprire un dialogo con i figli o con i genitori: Jesus Daily è diventato un luogo centrale, dove trovare consolazione». Ma non solo drammi, dolore, disperazione. Gli amici accorrono anche solo per sentirsi amici. «I love you Jesus», scrive da chissà dove Welliton Rocha. «Non c’è nessuno come te, Gesù», annota Eunice Amon. Bill Bray festeggia in comunità: «Congratulazioni, siamo diventati la pagina più famosa di Facebook, ringraziamo Dio».
Non è certo la prima volta che un sito di fede registra successi. Ma negli altri casi c’è sempre un ente religioso, purtroppo anche qualche predicatore cialtorne, a smuovere i moti dell’anima. Stavolta è tutto diverso: un amico di Gesù, riportando le semplici parole di Gesù, riempie d’amici Gesù. Certo Gesù è quel genere d’amico che è consigliabile tenersi amico: si sa mai nella vita, si sa mai soprattutto dopo.
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