La competizione fa bene anche alle università che devono formare la futura classe dirigente del Paese. Il nuovo ministro dellUniversità, Mariastella Gelmini, e autorevoli esperti di educazione, si confrontano in queste settimane sugli obiettivi che dovrebbero essere perseguiti per rilanciare il sistema universitario italiano. Riecheggiano parole magiche come autonomia, valutazione e merito. Termini che non suonano estranei quando parliamo dellUniversità Iulm. Tutta la sua storia di istituzione privata è stata allinsegna dellautonomia, in particolare per quanto riguarda le scelte in materia di offerta formativa e selezione dei docenti. «La nostra università - afferma il rettore Giovanni Puglisi - continua a essere un punto di riferimento per la qualità dei docenti e della didattica». Pur essendosi adeguata alla riforma dei corsi di laurea che ha portato al modello 3+2, lUniversità Iulm non è caduta nella trappola della moltiplicazione degli insegnamenti, spesso più ritagliati sugli interessi dei professori che sulle esigenze di studenti e mercato del lavoro. Una proliferazione che oggi appare uno dei principali punti deboli del sistema universitario nazionale.
Lateneo privato milanese ha sempre rinnovato la propria offerta formativa facendo leva sul suo tradizionale rapporto con il mondo del lavoro. «Unosmosi che si manifesta - continua Puglisi - anche nel ricorso a docenti scelti tra imprenditori ed esponenti delle professioni». Anche riguardo ad altri aspetti sui quali il ministro oggi richiama lattenzione, lUniversità Iulm si trova in una posizione privilegiata. Come quello dellinternazionalizzazione. Visto anche il suo Dna votato allinsegnamento delle lingue straniere, lUniversità è infatti particolarmente attiva nello stimolare i propri studenti ad aderire a progetti di stage allestero e a trascorrere periodi di studio presso atenei di altri Paesi.
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