Un ricordo per Benedetti Michelangeli

Dieci anni fa scompariva nel suo «esilio» volontario in Canton Ticino il pianista italiano più famoso del Novecento

Piera Anna Franini

Artista sfingeo, introverso a oltranza. Suscettibile al punto da interrompere un recital per tre colpi di tosse di uno spettatore. Mosso da un’ansia di perfezione per cui a un pubblico guardato con ascetico distacco offriva un repertorio ristretto e radiografato fino allo sfinimento, questo pur conoscendo - e a fondo - gran parte della letteratura pianistica. Custode geloso della privacy, fin dove ha potuto non ha lasciato trapelare nulla. Amante delle belle auto, pilota temerario.
Tutti modi d’essere e aneddoti che hanno contribuito ad alimentare la leggenda che ha nome Arturo Benedetti Michelangeli, uno dei più grandi e controversi pianisti del secolo, scomparso il 12 giugno di dieci anni fa a Lugano, Canton Ticino, e sepolto a Pura, dove si era ritirato. Un decennale che sta passando tutt’altro che inosservato, tuttavia si ritaglia uno spazio particolare l’omaggio di quest’oggi (ore 20.30), all’Auditorium dei Navigli in largo Mahler.
Il progetto si deve a Ermanno Olmi e Piergiorgio Gay che ha curato anche la regia della serata. Verrà proiettato un filmato su Arturo Benedetti Michelangeli, seguito da un’introduzione a cura del musicologo Giorgio Pestelli. La pianista svedese Francesca Skoogh, vincitrice del secondo premio al Concorso Michelangeli nel 2000, interpreta pagine molto amate dal pianista: Images seconda serie di Claude Debussy e Douze études symphoniques op. 13 di Robert Schumann.
Particolare la chiusura che ricorda il legame che Michelangeli intrattenne con la montagna: sentiremo una collana di canti popolari che Michelangeli elaborò e dedicò al Coro Sat: tra essi Serafin, La bella al mulino, La scelta felice, Le maitinade del Nane Perito, Che fai la bela pastora. Voce recitante è Giuseppe Battiston.
Gay spiega i contenuti di questa regia. «Sia io sia Olmi abbiamo scartato subito l’idea di una celebrazione per addetti ai lavori. S’è pensato a uno spettacolo in due parti, la prima vede l’intervento di Pestelli e della Skoogh e rispecchia l’omaggio di rito. Nella seconda, invece, si vuole mettere in luce l’uomo Michelangeli, scostandolo così dal piedistallo: qui interverrà Battiston con un lungo monologo. La conclusione, poi, svela un lato misconosciuto di Michelangeli armonizzatore di canti».
Gay e Olmi non hanno conosciuto il Maestro, quindi per ricostruirne il profilo hanno attinto a varia documentazione, libri anzitutto, perlopiù reperiti nel centro di documentazione Michelangeli di Brescia, la città del pianista. Così come s’è rivelata preziosa l’intervista concessa alla giornalista Camilla Cederna.
Un’intervista dove lui si presenta in maniera diversa, «ama fare dell’autoironia, gioca con la sua natura sfuggente. Si dipinge come licantropo, amante del crepuscolo».
Battiston riporterà alcune dichiarazioni di Michelangeli, osservazioni che potranno anche stupire contribuendo a «rivedere quella sua immagine di uomo algido e altero. È bello coglierlo nella cerchia degli amici mentre cucina, ad esempio», spiega Gay.

Una dichiarazione-aforisma? «I risotti mi vengono meglio dei Notturni di Chopin», iniziamo quindi a fantasticare sul livello di prelibatezza di quei pasti.
Così come si esplorerà l’essere generoso del Michelangeli maestro «che riaccompagnava gli allievi alla stazione, avviava corsi gratuitamente... ».

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