Coronavirus

Coronavirus, netturbini in preda alla psicosi incrociano le braccia

Coronavirus, è psicosi anche tra i dipendenti della muncipalizzata dei rifiuti. E così in molti si mettono in malattia o disertano i turni nei quartieri più a rischio

Coronavirus, netturbini in preda alla psicosi incrociano le braccia

Dallo scorso giovedì, giorno in cui il premier Giuseppe Conte ha dato notizia dei primi due casi di coronavirus accertati, entrambi a Roma, in città è scattata la psicosi. Quella che prima era percepita come una minaccia lontana, d'un tratto, si è trasformata in una presenza reale. E così è iniziata la corsa all'acquisto delle mascherine sanitarie, tanto che nelle farmacie romane si è registrato il tutto esaurito. E sono comparsi persino i venditori abusivi che lucrano sulla paura delle gente smerciando mascherine a prezzi spropositati.

Il rischio contagio, vanno ripetendo gli esperti in questi giorni di allarme collettivo, è minimo. Ma le rassicurazioni non bastano. Non bastano a convincere la gente comune e neppure gli operatori dell'Ama che, come racconta Il Messaggero, si sarebbero messi in malattia o in ferie proprio per timore di contrarre l'infezione. Sopratutto chi è di turno in quartieri come l'Esquilino, dove la presenza della comunità cinese è più massiccia. Le prove di questa tendenza allarmante sono contenute nelle chat dei dipendenti della municipalizzata dei trasporti, alle quali il quotidiano di via del Tritone ha avuto accesso. "Ci sono assenze per malattia e molti in ferie", annota qualcuno. E ancora, in via dell'Omo, zona Preneste, dove c'è un'alta concentrazione di attività cinesi, "qualcuno ha timore di svolgere il servizio".

Una situazione che rischia di affossare ulteriormente il sistema già precario di raccolta dell'immondizia. Per riportare serenità, sul caso è intervenuto anche l'ad di Ama Stefano Zaghis, assicurando che l'azienda è in contatto diretto con il Governo e che al momento i dipendenti sono fuori pericolo. Parole che non sono bastate neppure ai sindacati. In una lettera, infatti, i rappresentanti di categoria hanno espresso tutti i loro timori. "Alla luce degli eventi relativi al coronavirus, vorremmo capire come stiamo affrontando questo fenomeno sempre più diffuso sia in termini di psicosi che d allarmismo tra la comunità aziendale", scrive Alessandro Bonfigli della Uil-trasporti. La richiesta è di fornire a chi opera nelle zone più critiche "presidi sanitari e mascherine". Anche per la Uil servono maggiori indicazioni, per evitare che qualcuno cavalchi il momento.

Magari disertando ingiustificatamente il turno di lavoro.

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