Cronaca locale

Ricette false per psicofarmaci, inchiodati ragazzi della Roma bene

I giovani indagati, minorenni o da poco maggiorenni, acquistavano psicofarmaci nelle farmacie e li rivendevano ai coetanei

Ricette false per psicofarmaci, inchiodati ragazzi della Roma bene

Dei figli di papà della "Roma bene", appena maggiorenni, hanno messo in piedi un elaborato giro di ricette false per riuscire ad avere psicofarmaci. Sui vari social erano conosciuti con nomi alquanto particolari, come 'Babydroga' o 'Trancio', mentre sulle ricette si inventavano altre identità di medici inesistenti, Mario Mosca e Giovanni Gori, che compilavano ricette per pazienti, anche loro mai esistiti, bisognosi di farmaci. Come riportato da Repubblica, il giudice per le indagini preliminari ha deciso ieri un rinvio a giudizio, un patteggiamento a 6 mesi e tre messe alla prova per 10 mesi ai lavori socialmente utili. Fatti del genere erano già emersi anche in altre vicende, come la morte di Desirée Mariottini, la giovane di Cisterna di Latina trovata morta il 19 ottobre del 2018 all'interno di uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo a Roma. Oppure come quella riguardante la violenza sessuale ai danni di una 16enne durante una festa per il Capodanno 2020, in questo caso i pariolini di turno, ragazzi e ragazze, avevano farmaci, stupefacenti e alcol.

Dove acquistavano i farmaci

Adesso sono invece nove i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 20 anni, oltre a tre minorenni, che si sono presentati davanti al giudice in seguito alla chiusura delle indagini da parte del pubblico ministero Carlo Villani e del procuratore aggiunto Lucia Lotti. Il gip Roberta Conforti aveva sottoposto sei di questi soggetti all’obbligo di firma per i reati di falso e spaccio di sostanze stupefacenti. Tutti gli imputati sono figli di professionisti e famiglie molto conosciute della Roma bene, non certo ragazzi che dovevano ricorrere a stratagemmi illegali per avere soldi da poter utilizzare. Una volta compilate le false ricette si recavano nelle farmacie di corso Francia, del Flaminio e dei Parioli per ritirare i medicinali e pagarli con una carta prepagata di Postepay.

I farmaci scelti erano tutti ‘medicinali con effetti psicotropi’ a base di ossicodone, benzodiazepine, codeina, morfina solfato. Questi venivano poi rivenduti ai loro coetanei, alcuni anche minorenni, fuori dalle strutture scolastiche, o spediti oltre confine. Ogni pasticca poteva venire a costare minimo 10 euro, come emerso dalle chat trovate sui telefonini sequestrati dai poliziotti del commissariato Prati. Per spedire la merce in altri Paesi, come l’Olanda, veniva usato un nome falso da utilizzare con il corriere Dhl.

Si rischia la morte

Per smerciare e assumere questi farmaci non venivano usate particolari precauzioni. Come annotato dal gip, che ha chiesto una consulenza tossicologica, si tratta di farmaci “che rientrano tra quelli che danno dipendenza e che, presi in concomitanza con altre componenti, possono procurare effetti stupefacenti gravi”. Tra gli indagati c’è anche chi ha asserito di aver comprato i farmaci per uso personale perché dipendenti dagli psicofarmaci. Tra quelli acquistati ce n’è uno che ha in sé il principio attivo della diidrocodeina, un prodotto che calma la tosse ma che può dare assuefazione e che, se unito ad altri farmaci, come le benzotiazepine, “può comportare sedazione, depressione respiratoria, coma e finanche la morte”. La fidanzata di uno degli spacciatori è stata trovata dalla propria madre “in grave stato confusionale, tanto da rendersi necessario il ricovero presso il reparto psichiatrico del vicino ospedale: dalle analisi era emerso che aveva assunto psicofarmaci quali Xanax, Rivotril, Valium e cannabinoidi”. La madre ha raccontato agli investigatori che la figlia aveva prima litigato con il suo ragazzo. L’inchiesta è stata chiamata ‘new joint’, come il nome dato dagli assuntori al genere di effetto combinato di queste sostanze.

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