Salgono a tre le persone condannate a morte in Iran dopo gli arresti legati alle proteste per le contestate elezioni presidenziali. Lo ha annunciato lagenzia di stampa Isna, citando un portavoce del ministero della Giustizia della repubblica islamica. Il primo condannato a seguito dei disordini scatenati dalla rielezione del presidente Ahmadinejad è Mohammad Reza Ali Zamani la cui sorte era stata resa nota nei giorni scorsi. Il tribunale della rivoluzione di Teheran gli ha imputato lappartenenza a quella che il giudice ha definito «organizzazione terroristica». Gli inquirenti hanno riferito che limputato ha ammesso laccusa di spionaggio, ma i gruppi per la tutela dei diritti umani - in prima fila Amnesty International - hanno denunciato che per ottenere le cosiddette confessioni è stata praticata la tortura. Anche gli altri due condannati (di cui sono state rese pubbliche solo le iniziali, A.P. e N.A.) sono stati riconosciuti colpevoli di legami con organizzazioni fuori legge. Il primo con lassociazione monarchica iraniana e il secondo per i contatti con i Mujaheddin del popolo, un gruppo di opposizione in esilio. Dopo le proteste successive allelezione di giugno migliaia di persone erano state arrestate. La maggior parte dei detenuti è stata scarcerata, ma oltre cento figure di spicco dellopposizione sono al momento sotto processo con laccusa di aver organizzato luso delle proteste anti-elettorali per destituire la leadership clericale iraniana.
Sempre ieri da segnalare le dichiarazioni a unagenzia di stampa iraniana di Ali Shirzadian, portavoce dellorganizzazione nazionale per lenergia atomica. Shirzadian ha detto che lIran cercherà di arricchire da solo uranio al 20% per alimentare un reattore con finalità mediche a Teheran se non sarà raggiunto un accordo per effettuare loperazione in Paesi terzi.
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