«Fermiamo le placche con il farmaco-spazzino»

Obiettivo della ricerca: salvare il cervello

Da un anno e mezzo Sandro Iannaccone, primario di Riabilitazione all'ospedale San Raffaele di Milano, sta sperimentando una nuova cura contro l'Alzheimer. Si tratta di una terapia che aziona le cosiddette «cellule spazzino» del cervello contro le placche cerebrali all'origine della malattia.

Dottor Iannaccone, ci spiega come funziona?

«Il nuovo trattamento si basa sulla somministrazione di un anticorpo, l'Aducanumab, che insegna al sistema immunitario a riconoscere le placche e a rimuoverle. Dopo lo studio pubblicato sulla rivista Nature, è cominciata la sperimentazione internazionale con la selezione di oltre 3mila pazienti, anche nel nostro centro».

Quindi il farmaco agisce sulle cause dell'Alzheimer?

«Sì, invece i farmaci tradizionali agiscono sui sintomi, cioè aiutano a migliorare le performance cognitive. È stato dimostrato, in un campione di circa 300 pazienti, che la nuova cura rallenta il deficit cognitivo ed è più efficace se cominciata fin da subito».

Altrimenti come si cura un malato di Alzheimer?

«Oltre ai farmaci sintomatici, c'è la possibilità di una riabilitazione neurocognitiva che serve a rendere i neuroni più attivi. Vi sono inoltre iniziali riscontri della utilità di una neuro-stimolazione microelettrica o magnetica».

Come si può prevenire la malattia?

«Con attività fisica e intellettiva, seguendo una dieta mediterranea e, per chi ha già qualche caso in famiglia, con una visita dal neurologo già a 40 anni. In caso, sarà lui a consigliare esami di approfondimento».

Il morbo colpisce indirettamente tutta la famiglia del malato. Cosa consiglia ai parenti?

«Consiglio di non isolarsi ma di farsi aiutare dalle numerosi associazioni presenti. Devono imparare a trattate nel modo giusto il malato, aiutandolo a gestire la sua nuova quotidianità».

MaS

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