Sanzioni più dure per la Siria, aiuti al popolo. Clinton: «Soldati, disertate»

Sanzioni più dure per la Siria, aiuti al popolo. Clinton: «Soldati, disertate»

Giro di vite contro il regime siriano di Bashar al-Assad: oltre cento Nazioni riunite a Parigi per la conferenza degli «Amici della Siria», hanno lanciato un duro monito al rais affinchè lasci il potere, proprio mentre arrivava la notizia del viaggio verso la Francia del generale Manaf Tlass, uno dei comandanti delle Guardie Repubblicane vicinissimo ad Assad che ha disertato. E il presidente francese Francois Hollande, pone agli «Amici della Siria» cinque impegni precisi. Intanto sul terreno anche ieri è stata una giornata di sangue con almeno 50 morti segnalati dagli attivisti. Nella dichiarazione finale, i 107 partecipanti (per l’Italia era presente la sottosegretaria agli Esteri, Marta Dassù), grandi assenti Russia e Cina, hanno tenuto a sottolineare che Assad «deve abbandonare il potere» e hanno chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di svolgere «il suo ruolo (...) adottando d’urgenza» una risoluzione «iscritta nel capitolo 7» della Carta Onu.
Hanno tuonato le parole di Hillary Clinton: «La violenza in Siria deve finire, la transizione democratica deve cominciare e Assad se ne deve andare». Ma anche un appello ai militari siriani a disertare: «È tempo di abbandonare il dittatore, abbracciare il popolo siriano, ed andare dalla parte giusta della storia», ha detto. Proprio come sembra aver fatto il generale Munaf Tlass con la quale il 48enne figlio del potente ex ministro della Difesa sembra aver cancellato anni di strettissimi rapporti, di amicizia e di potere, della sua famiglia con gli Assad. Che si è appellato ai suoi soldati: «Fate come me». Questo mentre la diplomazia insiste che «è assolutamente necessario ricorrere nuovamente al Consiglio di sicurezza e pretendere un’attuazione del piano di Ginevra, sottoscritto da Russia e Cina», come ha sottolineato la Clinton, spiegando che «bisogna chiedere una risoluzione che definisca le conseguenze in caso di non rispetto di questo piano, incluso al livello del capitolo 7». Fino a oggi, Mosca e Pechino hanno bloccato ogni azione contro Damasco al Consiglio di sicurezza, a partire dall’adozione di sanzioni Onu. «L’unico modo per cambiare - ha avvertito - è che ogni nazione qui presente dica direttamente e chiaramente che la Russia e la Cina pagheranno un prezzo perchè‚ stanno bloccando i progressi (...) e questo non è più tollerabile». Parole che Mosca ha immediatamente bollato come «fuori luogo».
Francois Hollande ha quindi chiesto «cinque impegni», tra cui «il rifiuto di ogni impunità per i crimini», «l’applicazione reale ed effettiva» delle sanzioni economiche e finanziarie, «il rafforzamento del sostegno all’opposizione». É stato anche deciso di aumentare in modo «massiccio» gli aiuti all’opposizione, in particolare, per quanto riguarda l’equipaggiamento in mezzi di comunicazione.

E l’Italia si è detta pronta ad ospitare la quinta conferenza degli «Amici del popolo siriano», dopo quella che si terrà in Marocco, come ha sottolineato La sottosegretaria agli Esteri Marta Dassù che sostituiva il ministro degli Esteri Giulio Terzi bloccato a Roma per la spending review. Terzi è comunque intervenuto su su Twitter sottolineando: «Serve rafforzare l’azione dell’Onu e sostenere l’opposizione. Assad deve lasciare».

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